Si continua discutere dei fatti di Pisa, ossia delle manganellate agli studenti da parte della polizia dello scorso venerdì 23 febbraio. Ad andare virale è stato il cantante ed ex docente Roberto Vecchioni, ospite fisso della trasmissione di La7 “In Altre Parole“.
Vecchioni, dopo aver guardato le immagini delle “cariche” contro gli studenti, ha detto, tra le lacrime, come riporta Fanpage.it: “Non sono cose da vedere queste. Anzi si devono vedere, ma non sono cose che possono succedere. Non devono succedere, noi non siamo così. I ragazzi hanno ragione di poter dire quello che sentono dentro”, ha scritto.
Massimo Gramellini, il conduttore del programma, ha rimarcato anche l’incoerenza di giudicare i giovani come indolenti, disincantati, disinteressati e poi “appena si alzano dal divano, si staccano dal cellulare ed escono di casa per andare in piazza, con i loro corpi a far sentire la loro voce su una questione che, giusta o sbagliata che sia, è lo Stato a sdraiarli per terra a colpi di manganello”.
Come riporta Il Corriere della Sera, un’intera squadra del Reparto mobile di Pisa potrebbe finire già oggi sotto inchiesta per le manganellate sferrate agli studenti. Sono una quindicina i poliziotti, compreso il capo squadra e uno dei responsabili dell’ordine pubblico incaricato della sorveglianza della piazza, sui quali si concentra l’attenzione degli inquirenti dopo che ieri la Questura ha inviato un’informativa su quanto accaduto.
In questi giorni è arrivata la “bacchettata” del Quirinale: “Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.
Sulla vicenda è intervenuto anche un gruppo di docenti del liceo artistico Russoli che si trova proprio di fronte al luogo in cui sono avvenute le cariche e che hanno scritto una lettera aperta: “Siamo sconcertati da quanto accaduto in via San Frediano, di fronte alla nostra scuola dove studenti per lo più minorenni sono stati manganellati senza motivo, perché il corteo che chiedeva il cessate il fuoco in Palestina, assolutamente pacifico, chissà mai perché, non avrebbe dovuto sfilare in piazza Cavalieri. Proprio di fronte all’ingresso del nostro liceo, hanno fatto partire dapprima una carica e poi altre due contro quei giovani con le mani alzate. Senza neanche trattare con gli studenti o provare a dialogare, abbiamo assistito a scene di inaudita violenza. Come educatori siamo allibiti: riteniamo che qualcuno debba rispondere dell’inaudita e ingiustificabile violenza”.
Anche l’Università di Pisa ha espresso “profonda preoccupazione e sconcerto” per gli scontri e chiesto “chiarimenti sull’accaduto e sull’operato delle forze dell’ordine”, auspicando che “tutte le autorità competenti intervengano per garantire la corretta e pacifica dialettica democratica, tutelando la sicurezza della popolazione e della comunità studentesca”, dice il rettore Riccardo Zucchi.
Prima ancora di comprendere le motivazioni che hanno portato le forze dell’ordine a colpire i giovani manifestanti, nella giornata di domenica in loro difesa si è schierato il leader della Lega Matteo Salvini: intervenendo alla scuola politica della Lega, il vicepremier ha detto, per ben tre volte, sollecitato dai cronisti, che “le parole del presidente si leggono ma non si commentano”. Incalzato, ha aggiunto: “Certo è sempre meglio che non ci siano scontri. Poliziotti e carabinieri sono quotidianamente vittime di violenza fisica e verbale. Anche in quella piazza. Se mio figlio andasse a urlare ‘sbirro co*****e’ poi se la dovrebbe vedere con me“.
Quindi, a suo avviso “chi mette le mani addosso a un poliziotto o a un carabiniere è un delinquente“.
Salvini ha poi sottolineato “è giusto analizzare se si è stato fatto tutto quello che si doveva” o “se qualcuno ha ecceduto, sono donne e uomini non sono robot, ma è inaccettabile che”, ha sottolineato, tutti coloro “che garantiscono sicurezza e democrazia” vengano “tirati in ballo nella contesa politica. Giù le mani dalle nostre forze dell’ordine“.
A livello politico, le parole di Salvini hanno creato un vespaio di polemiche. Con il Centro-Sinistra politico compatto a condannar.
Elly Schlein, segretaria del Pd, ha chiesto che sui fatti di Pisa rompesse il silenzio la premier “Giorgia Meloni, che sta dimostrando di non avere alcun senso delle istituzioni. La smetta di nascondersi dietro i suoi ministri e venga a riferire su quanto é accaduto direttamente in Parlamento”.
“É tempo – ha aggiunto Schlein – che la Presidente del Consiglio dica qualcosa su quanto è accaduto e sulla gestione dell’ordine pubblico in occasione degli episodi molto gravi accaduti a Pisa, con le manganellate da parte dei poliziotti agli studenti ma anche sugli episodi analoghi accaduti in precedenza. Non è la prima volta, purtroppo, che assistiamo a fatti di questo tipo”.
Secondo Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd, “le parole nette e chiare del Capo dello Stato, non si possono prestare a fraintendimenti. Questa mattina il leader della Lega e vice premier Matteo Salvini, esibendosi alla scuola di partito della Lega, quindi davanti ad una platea di giovani, afferma che chi mette le mani addosso ad un poliziotto è un delinquente. Trovo l’atteggiamento e le parole del leader e dei dirigenti della Lega al limite del l’irresponsabilità”.
“Le immagini che sono arrivate da Pisa sono inequivocabili: non sono stati certo i manifestanti a manganellare le forze dell’ordine”.
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