La probabile mancata formazione di altre classi prime per il prossimo anno scolastico è la goccia che sta facendo traboccare il vaso all’Istituto Tecnico commerciale “Todaro – Cosentino” di Rende, una cittadina di 35mila abitanti a pochi chilometri da Cosenza.
Gli studenti del commerciale accusano la dirigente scolastica e sostengono che è a causa sua se la scuola sta perdendo la propria attrattiva.
In un ampio comunicato stampa, genericamente firmato “gli studenti e le studentesse”, viene descritto il disagio interno alla scuola: si va dalla strutture inadeguate alle attrezzature carenti (ma la manutenzione ordinaria e straordinaria, come è noto, spetta agli enti locali) e problemi organizzativi legati agli orari di fine lezione che risultano incompatibili con quelli dei trasporti.
In realtà il consiglio di istituto ha già deliberato la possibilità di ridurre l’ultima ora di lezione, ma la dirigente scolastica non ha ancora dato attuazione alla decisione, nel timore – si presume – che gli organi di controllo possano eccepire sulla legittimità contabile dell’operazione dal momento che la delibera non prevede il recupero orario.
Poi il 7 febbraio scorso, il “fattaccio”: gli studenti si radunano nell’atrio e chiedono di parlare con la dirigente che per tutta risposta chiede l’intervento dei carabinieri.
Gli studenti a questo punto parlano di situazione insostenibile, anzi di dittatura.
Per parte nostra abbiamo provato a parlare con i responsabili dell’istituto, il quadro che ne viene fuori è complesso.
Il problema principale e cioè quello della perdita di alunni e di classi non riguarda solo il Todaro-Cosentino: fino a qualche anno a Rende esistevano tre tecnici, uno che ormai non esiste più, uno con 1.400 alunni che ora ne accoglie solamente 400 e il Todaro-Cosentino che da mille studenti è sceso a 300.
D’altronde il fenomeno del calo dei tecnici è generale e colpisce in particolare le regioni del sud.
E il problema è destinato ad aggravarsi: attualmente a Rende la “leva” dei ragazzi in età di scuola superiore è di circa 300 unità, mentre quella degli alunni degli ultimi anni della primaria scende a 250. Fra 4-5 anni, quando i bambini delle primarie arriveranno alle superiori le classi diminuiranno ancora.
“Gli studenti esagerano – ci dicono però i collaboratori della dirigente – in realtà la porta dell’ufficio della preside è sempre aperta e tutti possono parlarle”
Sul fatto che il 7 febbraio siano intervenuti i carabinieri c’è una spiegazione: stando al racconto dei responsabili della scuola gli studenti sarebbero stati parecchio “fragorosi” e la preside intendeva tutelare anche gli alunni più giovani.
Per quanto riguarda il problema dell’orario, i responsabili della scuola assicurano che chi ha problemi di trasporto documentati, fin dall’inizio dell’anno, ha potuto chiedere, ottenendola, l’autorizzazione a uscire in anticipo.
Non solo, ma chi lo desidera può fermarsi a scuola senza dover girovagare in attesa dell’autobus che lo riporti a casa.
Insomma, a sentire la scuola, le proteste degli studenti sarebbero un po’ pretestuose.
E, secondo fonti esterne alla scuola, è anche possibile che gli studenti siano “sollecitati” a protestare da chi avrebbe interesse a mettere in difficoltà non solo la preside ma una intera istituzione scolastica.
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