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Studenti quindicenni: bene in scienze e lettura, male in matematica

Si conferma elevata la preparazione nelle scienze e nella lettura dei quindicenni italiani a scuola: anzi, per quanto riguarda questa fascia di età, gli studenti italiani risultano tra i migliori d’Europa. Niente da fare, invece, per la matematica, per la cui preparazione complessivamente gli studenti italiani risultano ancora in svantaggio rispetto a quelli delle altre nazioni. I dati provengono dall’indagine comparativa Ocse-Pisa per verificare proprio le competenze dei quindicenni italiani a scuola. Illustrati a Torino il 23 maggio, durante un dibattito organizzato da Miur, Ires e Regione Piemonte, alla presenza di ricercatori italiani e stranieri, provenienti da Francia, Germania e Svizzera, i risultati hanno portato una ventata d’ ottimismo sull’alta preparazione raggiunta da una fetta di studenti della scuola pubblica italiana: la stessa indagine ha però anche messo in evidenza che il 20-25% dei nostri adolescenti non ha alcuna competenza, né per proseguire gli studi né per entrare nel mondo del lavoro.
Alle buone competenze in capacità di lettura, di ragionamento scientifico e di ‘problem solving’, ovvero di affrontare e risolvere un problema, con le macro-regioni del Nordest e del Nordovest in diretta concorrenza con quelle di Francia, Svizzera, Austria (se non addirittura superiori rispetto a Germania e Stati Uniti), fa da contrasto l’ancora basso livello complessivo raggiunto in matematica: basta dire che al livello 6 della scala di matematica, che corrisponde alla capacità di interpretare dati complessi, si colloca mediamente solo l’1,5% dei ragazzi italiani; all’ estremo più basso della scala si trova, invece, ben il 18,7%. Ma non si può generalizzare: secondo Luciano Abburrà, dirigente di ricerca dell’ Ires-Piemonte, mentre negli altri Paesi non si rilevano grandi differenze tra una regione e l’ altra, in Italia la situazione è ancora molto eterogenea. “Nelle regioni meridionali e insulari – osserva il ricercatore – i punteggi sono decisamente più bassi della media nazionale”. Il Nord Italia ha fatto emergere una vera e propria specializzazione nelle aree della lettura e della scienza, riportando punteggi superiori di regioni analoghe in Svizzera (cantoni francofoni e italiani), Spagna (Catalunia) e Gran Bretagna (Scozia).
C’è preoccupazione, invece, per quella percentuale di 20-25% di adolescenti scolarizzati che in Italia sono però spesso senza competenze minime: sono i ragazzi degli istituti professionali che escono dalla fascia dell’obbligo con lacune che dopo due anni di scuola superiore non hanno ancora colmato. Il divario rispetto agli altri coetanei è però meno accentuato nel Veneto rispetto, ad esempio, al Piemonte.
Alessandro Giuliani

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