Attualità

Studenti senza rispetto verso compagni e docenti: liti furiose, offese e goliardate. Cosa fare? Tolleranza zero e coinvolgere le famiglie

Ma che scuola è quella dove sempre più studenti tentano di fare quello che vogliono, scagliandosi contro i loro compagni e insegnanti? Le cronache quotidiane ci dicono che classi e corridoi degli istituti scolastici stanno diventando sempre più spesso un “teatro” insolito, dove gli attori protagonisti sono gli studenti e non certo per le attività didattiche o formative.

Nel Modenese spray al peperoncino spruzzato: scoppia il panico

Accade anche che uno di loro, minorenne, arriva a spruzzare lo spray al peperoncino di una compagna nei locali della scuola, creando il panico tra molti studenti e il personale. Qualcuno si allarma, teme una intossicazione da inalazione delle sostanze irritanti e chiama i carabinieri e un’ambulanza.

Il fatto è accaduto sabato 29 ottobre nell’istituto superiore ‘Meucci’ di Carpi, nel Modenese: fortunatamente nessuno è rimasto intossicato, solo una 59enne che lavora nel personale scolastico è stata accompagnata per precauzione al pronto soccorso, senza però riportare conseguenze. Al vaglio dei carabinieri le posizioni dello studente che ha spruzzato il peperoncino, ma anche della compagna che l’ha portato a scuola.

Brindisi, studente minacciato con le forbici

Nella stessa giornata, uno studente 19enne di Brindisi avrebbe minacciato con delle forbici un suo compagno di scuola minorenne: il tutto, al culmine di una lite – apprende i due si sarebbero anche picchiati – “consumata” nei corridoi di un istituto superiore.

Sul posto si sono recati gli agenti della squadra mobile di Brindisi che hanno sottoposto a sequestro le forbici.

Il 19enne è indagato per il reato di percosse con l’aggravante dell’utilizzo delle forbici e per aver commesso il fatto in luogo pubblico.

Il paradosso è che il diverbio tra i due giovani sarebbe nato per futili motivi e poi degenerato.

Come pure la decisione di spruzzare il peperoncino è stata certamente dettata da motivazioni poco logiche, più vicine alla goliardia che al raziocinio.

Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato notizie di docenti offesi dai loro studenti ed in certi casi anche dai genitori, spesso per la pretesa di utilizzare il telefono cellulare.

Cerchiamo di capire perchè

Ma perché si arriva a comportamenti del genere? Perché a scuola ci sono degli studenti che si comportano senza più rispetto per le regole? Perché non si ha alcun timore delle conseguenze delle pessime azioni che si mettono in atto tra le mura scolastiche?

La scuola è sempre stata frequentata da giovani che hanno comportamenti fuori le righe. Ma i numeri ci dicono che il fenomeno è in espansione.

Psicologi e sociologi ci dicono che si comportano in classe come se stessero fuori. E molti ragazzi pensano che certi atteggiamenti siano particolarmente apprezzati dai compagni (che si vestono da cronisti e riprendono l’accaduto su smartphone per poi riversarlo in rete, non sapendo che stanno commettendo un reato).

C’è anche da dire che troppi studenti si impossessano della “licenza” di offendere, umiliare e colpire compagni, docenti e personale, probabilmente convinti che quel comportamento non comporterà conseguenze particolarmente negative ai fini della condotta, del profitto e della promozione all’anno successivo.

Le risposte della scuola

La scuola farebbe bene a mettere le cose in chiaro: far sapere al “mondo” che non ci può essere alcuna tolleranza per certi atti, invadenti e violenti, e conseguenze di sicuro pesanti per la valutazione intermedia e finale, con tanto di sanzioni, maxi-sospensioni dalle lezioni e probabili bocciature.

Troppa severità? Forse, ma la scuola non può diventare un teatrino, con tanti studenti “Gian Burrasca” spesso pure impuniti. Anche perché nelle famiglie trovano facili alleati, pronti a difenderli pure quando i fatti parlano chiaro a loro sfavore. E comunque sarebbe bene tentare di recuperare il rapporto con le famiglie, quando è possibile, coinvolgendole nel processo educante.

C’è poi il rapporto con le istituzioni locali – anche le Asl, i consultori, le procure – da coinvolgere per segnalare casi difficili.

In ogni caso, ogni scuola ha le sue regole, il suo regolamento d’istituto, con tanto codice comportamentale e sanzioni per chi non lo rispetta: è bene che, in presenza di atti di violenza, anche psicologica (c’è anche il bullismo e il cyber-bullismo, contro cui è stato introdotta una stretta da qualche anno) si applichi fino in fondo.

Forse qualche studente toglierebbe la maschera da impertinente per indossare quella da giovane responsabile.

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Alessandro Giuliani

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