Attualità

Studenti stranieri in Europa, preoccupa la riduzione: il caso

La presenza di classi sempre più disomogenee, per via della presenza di fenomeni migratori di massa, ha portato le metodologie di somministrazione della didattica a rivoluzionarsi sempre più perseguendo il fine – complesso ma necessario – dell’inclusività degli studenti stranieri, atta ad ovviare complessi fenomeni di ghettizzazione culturale. Le case editrici, per via delle già note estensioni digitali richieste dalla Normativa UE a cavallo tra il 2010 e il 2014, hanno provveduto a redigere ed allegare in appendice un prontuario, sussidiario in appendice dedicato a quei termini propri delle discipline difficilmente comprensibili dagli studenti stranieri. L’Europa, nonostante l’impegno degli studenti e degli insegnanti per garantire spazi di dialogo comune, è alle prese con un brusco fenomeno di riduzione delle iscrizioni per studenti stranieri, anche per via delle politiche perseguite e gli scarsi investimenti.

Regno Unito e BrExit: politica e scuola

Successivamente all’uscita del Regno Unito dall’UE sono stati reintrodotti i controlli alle frontiere e l’emissione severa dei visti per i cittadini comunitari, favorendo l’impennata di turismo interno a sfavore di quello estero. Tale circolazione di persone e beni interessa anche scuola, università ed istruzione nel suo complesso: il Regno Unito costituisce, seguito da Francia, Germania e Paesi Bassi, la destinazione preferita degli studenti in mobilità internazionale, ora ridotta del 32% per via delle nuove norme relative all’emissione dei visti. La moltiplicazione delle ore di inglese e la limitazione dei corsi base di lingua offerti pubblicamente nelle scuole hanno frenato l’interesse di famiglie e studenti stranieri ad investire nell’educazione nel Regno Unito.

Il caso tedesco: quando le migrazioni significano integrazione didattica

Le politiche migratorie dell’Esecutivo tedesco, promosse in seno ad un’emergenza che sembrava durare decenni già dal 2015, hanno favorito una logica integrativa senza precedenti anche in classe. La presenza dei corsi di lingua, allestiti nelle scuole del Baden-Württemberg per circa 2.500 ragazzi e ragazze siriane ha dato i risultati sperati, permettendo una moltiplicazione delle iscrizioni nel biennio 2015-2016. Gli insegnanti sono stati sottoposti a sessioni di formazione interdidattica ed interculturale, con il fine di favorire l’integrazione di classi sempre più disomogenee sotto il profilo etnico e non solo. Secondo le stime del Ministero dell’Istruzione tedesco, tra il 2015 e il 2017 si è registrato un aumento del +22% delle iscrizioni di studenti stranieri (in particolare turchi e provenienti dal Medio Oriente) presso le scuole pubbliche locali.

Andrea Maggi

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