L’Ufficio statistica del Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato i dati relativi all’anno scolastico 2021/22 sugli alunni stranieri nati in Italia: sono 589 mila gli alunni stranieri, il 67.5% del totale.
Dai dati emersi risulta che nella scuola dell’infanzia, i bambini stranieri di seconda generazione (nata in Italia da genitori stranieri) rappresentano l’83% di tutti i non italiani. Alla primaria la loro quota scende al 74%, tre su quattro, e alla media si ferma al 69%. Soltanto al superiore ancora gli alunni stranieri nati all’estero superano quelli nati dentro i nostri confini, ancora al 48%.
Gli studenti rappresentano, tra le altre nazioni, la Romania, con oltre 150mila alunni, l’Albania e il Marocco. Inoltre, quasi 50 mila studenti provengono dalla Cina, i quali detengono il primato dei nati in Italia con l’88%. Seguono, con il 75%, marocchini e filippini.
L’opposizione incalza: “È necessaria una legge”
Dopo la pubblicazione dei dati, l’opposizione è già all’attacco. Irene Manzi, responsabile scuola del Partito democratico, ha affermato: “È la realtà e i dati a essa collegati che ci confermano che è necessaria una legge”. Il combinato tra l’ostruzionismo della Lega e la fine anticipata della legislatura ne impedirono l’approvazione alla Camera. Sarebbe auspicabile che anche il centro destra aprisse ad un confronto su questo tema in Parlamento, anche ripartendo da quella proposta arrivata in aula un anno fa su cui, già allora, potevano aprirsi spazi di confronto”.
Gaetano Amato, del M5S, aggiunge: “L’Italia deve essere più aperta. Non dovrebbe essere attesa per troppo tempo una legge sullo ius soli. Abbiamo bisogno degli stranieri e non dobbiamo dimenticare quello che gli stranieri hanno fatto quando gli emigranti eravamo noi. Sarebbe un bene se ci fosse la possibilità con questo governo di concordare una legge per modificare le norme sulla cittadinanza”.