L’idea di una scuola sempre più selettiva, che non si occupa di aiutare i più deboli, ma anzi di premiare i “migliori”, attraverso dei privilegi che dovrebbero essere diritti di tutti gli studenti, soprattutto in un momento di crisi in cui crescono le diseguaglianze e in cui le condizioni di partenza degli studenti pesano sempre più nel percorso formativo, è totalmente opposta alla visione di scuola di una gran parte di studenti organizzati in associazioni, gruppi e collettivi studenteschi.
Queste linee programmatiche divergenti saranno l’innesco di probabili incomprensioni, che nel prossimo autunno potranno esplodere in numerose manifestazioni di piazza, a tutto discapito del regolare svolgimento delle attività didattiche. Secondo le organizzazioni studentesche il 70,3% di studenti con almeno un debito scolastico e il 27,1% di bocciati, rappresentano dati statistici allarmanti, che necessitano di un drastico rinnovamento del sistema didattico e soprattutto di quello valutativo. Nel frattempo che la classe docente si interroga sull’opportunità di procedere a selezioni concorsuali basate su prove preselettive erronee, gli studenti vogliono diventare protagonisti del loro presente educativo e del loro futuro professionale.
Ci sono tutti gli ingredienti per un autunno caldo, anzi rovente.