Dal 4 al 7 dicembre prossimi gli studenti della scuola media superiore saranno chiamati a votare per il primo referendum studentesco nazionale: ad organizzarlo è stata l‘Unione degli studenti, raggruppamento della sinistra giovanile, che in questo mondo intende far esprimere in prima persona gli stessi studenti su temi reputati fondamentali come il rinnovo del sistema di rappresentanza, la legge quadro nazionale sul diritto allo studio, la necessità di una valutazione dei docenti da parte degli studenti e il recupero dei debiti formativi.
“Avremo finalmente la possibilità di creare – spiega la portavoce dell’Uds, Valentina Giorda – un grande momento di partecipazione democratica e diretta dal basso per poter indicare al ministro Fioroni ed al Governo quali sono le reali priorità degli studenti, per far loro capire che non siamo più disposti a recepire leggi, decreti e ordinanze che vengono decisi ed emanati in maniera unilaterale, senza coinvolgere chi la scuola la vive e cerca di cambiarla ogni giorno”.
La consultazione diretta e generalizzata degli studenti non si ferma però a dare indicazioni ai responsabili dell’istruzione italiana, ma rappresenta un forte segnale di dissenso a chi ha definito quello attuale come uno degli autunni meno ‘caldi’ della storia della scuola italiana. Il referendum, nelle intenzioni degli organizzatori della sinistra giovanile, diventa infatti un modo per “rispondere – sottolinea Giorda – a chi attraverso i media paventa erroneamente un forte ritorno delle destre nelle nostre scuole”.
La nascita e il consenso che stanno riscuotendo diverse liste spontanee e apolitiche nelle elezioni delle consulte studentesche sembrerebbe, in effetti, favorire i raggruppamenti di destra.
Per l’Uds però non si tratterebbe di disinteresse o distacco politico, ma solo di qualunquismo cavalcato da frange dell’opposizione: “le mobilitazioni studentesche del 12 ottobre e del 17 novembre – spiega la portavoce Uds – hanno invece dimostrato che gli studenti hanno una gran voglia di partecipare e di incidere nelle scelte che riguardano la nostre scuola, la forte volontà di ricreare nei luoghi della formazione lo spazio ideale in cui crescere, formarsi, produrre, idee, pensieri, mettere in circolo le emozioni e la creatività“.
Per dimostrarlo i giovani dell’Unione degli studenti dovranno cercare di portare alle urne un numero cospicuo di studenti. Anche le statistiche indicano infatti i giovani d’oggi sempre meno interessati alla politica: secondo l’indagine Istat “La vita quotidiana” (relativa ai dati del 2006), rispetto all’anno precedente il numero di ragazzi (18-19enni) che “non si informano mai di politica” è aumentato di oltre 3 punti e mezzo: dal 32 al 35,4%.
Alla maggior parte dei giovani la politica “non interessa” oppure viene ormai considerata con “sfiducia”.
Alla maggior parte dei giovani la politica “non interessa” oppure viene ormai considerata con “sfiducia”.