Il dossier sull`utilizzo di droghe e di alcool da parte degli alunni delle scuole romane è stato elaborato sulla base di un campione di oltre 3mila gli studenti – tra i 12 e i 18 anni – che hanno risposto in forma anonima ai questionari preparati dal Ceis e distribuiti anche (oltre che nei luoghi di aggregazione giovanile) in 15 scuole della Capitale. E ancora: l`80% ha ammesso di fumare sigarette, il 95% ha rapporti sessuali non protetti e il 18% ha confessato di giocare ai videopoker o slot-machine. La fotografia sui giovani studenti realizzata dal Ceis dice anche che l’85% dei giovani beve birra o cocktail, 3 su 5 assumono droghe “leggere” nel weekend al pub o in discoteca. Il 27% ammette di procurarseli a scuola.
Dai questionari anonimi diffusi non solo nelle scuole, ma anche nei luoghi di aggregazione giovanile risulta che quasi quattro adolescenti su cinque (l’85 per cento) beve abitualmente una birra o un cocktail a base di gin e wodka; circa la metà (il 45 per cento) lo fa una volta a settimana, in genere nel weekend; il 75 per cento ammette di far uso più o meno regolare di hashish, marijuana e altre sostanze illegali.
“Il rischio legato all’alcoldipendenza – ha detto Roberto Mineo, presidente del Ceis di Don Picchi – parte in età sempre più precoce, il primo approccio si rileva addirittura a 12 anni, trasformando poi gli adolescenti in “poliassuntori”.
“Vuol dire – aggiunge Mineo – che all’alcool si aggiungono via via altre dipendenze, in primis quella da droghe leggere o sintetiche, reperibili soprattutto in luoghi di aggregazione come pub e discoteche. Un vizio che spesso si prende proprio a scuola: è frequentando le superiori, infatti, che si corre il pericolo maggiore di entrare in contatto con chi fa uso di stupefacenti”.
“Non assumerli – conclude Mineo – può costare l’esclusione dal gruppo. Non a caso i momenti più pericolosi sono considerate le gite scolastiche, oltre a rave party e concerti, dove diventa quasi inevitabile sottrarsi al “rito” del debutto in società, anche se – e lo ripetiamo – il 27% afferma di procurarsela a scuola”. Un dato altissimo, che fa riflettere: la scuola, infatti, non dovrebbe essere il luogo dove reperire stupefacenti.
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