Il governo Meloni sta seriamente affrontando il disagio psicologico di cui soffrono sempre più studenti? Irene Manzi, responsabile Scuola Pd e capogruppo in Commissione Istruzione alla Camera, ha dei seri dubbi. La democratica ricorda che la situazione è da allarme rosso e i numeri parlano chiaro: “Undici studenti si sono tolti la vita negli ultimi due anni e mezzo: quattro, uno al mese, da gennaio”: l’ultimo caso è quello di uno studente di Medicina a Chieti. “Sono storie di ansia e paura che impediscono di andare avanti”, dice Manzi.
La parlamentare del Pd ricorda poi che qualche settimana fa il Pd ha presentato alla Camera “un question time alla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini per chiedere quali iniziative intenda mettere in campo per il sostegno o la realizzazione di servizi di supporto al benessere psicologico per gli studenti”.
Quindi, tiene a dire che “il Pd si è battuto per una misura fondamentale: il bonus psicologo che abbiamo reso strutturale ma che l’attuale governo non ha rifinanziato nel modo che ci saremmo aspettati. Eppure servirebbe un ulteriore strumento come lo psicologo di base e risorse strutturali a favore degli atenei (che già hanno sperimentato in molti casi misure di questo tipo) per il sostegno degli studenti”.
Secondo l’on. Irene Manzi, quindi, è “necessario affrontare le fragilità, introducendo meccanismi di cura e tutela per i giovani. La ministra si è impegnata a rendere strutturali le risorse per il benessere psicologico degli studenti. Aspettiamo di conoscere in che tempi: non può essere un impegno che rimane sulla carta. Per questo il Pd continuerà con forza a sollecitare interventi concreti che affrontino questa drammatica emergenza”.
L’allarme lanciato dal Pd sul disagio dei giovani appare sostenuto anche dall’impennata delle patologie psichiatriche tra gli adolescenti: come abbiamo avuto modo di scrivere su questa testata, durante un convegno all’ospedale pediatrico “Gaslini” di Genova (organizzato dalla CEI) sulla salute mentale infantile e adolescenziale è stato reso noto che nel 2019 i casi noti di ricovero al “Gaslini” per disturbi psichiatrici erano 72 (il 46% dei quali ragazze); nel 2022 i ricoveri sono saliti a 270 (in media almeno cinque a settimana, con una percentuale di ragazze esplosa al 73%).
Inoltre, gli esperti hanno detto che sono aumentati in modo esponenziale anche i comportamenti autolesionistici (da sette a 70, specie sotto i 14 anni). E pure gli hikikomori (ragazzi in ritiro sociale), passati da tre a 21, e i disturbi alimentari (da tre a 116).
Solo pochi giorni fa, rappresentanti della Rete degli Studenti Medi, dell’Unione degli Universitari e del Sindacato Pensionati Italiani (Spi Cgil) hanno chiesto l’attivazione di un presidio psicologico in ogni scuola: l’iniziativa è stata avviata attraverso una proposta di legge rivolta alla Camera, con i parlamentari Elisabetta Piccolotti, di Avs, Elisa Pirro del M5s, Rachele Scarpa, promotrice dell’intergruppo parlamentare per la tutela e la promozione della salute mentale, e Nicola Zingaretti del Pd.
Gli studenti hanno ricordato che la pandemia da Covid ha messo a dura prova il quadro psicologico di tutti, dei più giovani come pure degli insegnanti tanto che le patologie mentali risultano tra i prof in deciso aumento: il 28% dei 30 mila studenti e studentesse che hanno partecipato alla ricerca “Chiedimi come sto” ha ammesso di avere riscontrato disturbi alimentari e il 14,5% ha avuto esperienze di autolesionismo.