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Studenti troppo fragili, un suicidio al mese nel 2023. Manzi (Pd) chiede al Governo Meloni di rafforzare il ruolo dello psicologo di base

Il governo Meloni sta seriamente affrontando il disagio psicologico di cui soffrono sempre più studenti? Irene Manzi, responsabile Scuola Pd e capogruppo in Commissione Istruzione alla Camera, ha dei seri dubbi. La democratica ricorda che la situazione è da allarme rosso e i numeri parlano chiaro: “Undici studenti si sono tolti la vita negli ultimi due anni e mezzo: quattro, uno al mese, da gennaio”: l’ultimo caso è quello di uno studente di Medicina Chieti. “Sono storie di ansia e paura che impediscono di andare avanti”, dice Manzi.

La parlamentare del Pd ricorda poi che qualche settimana fa il Pd ha presentato alla Camera “un question time alla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini per chiedere quali iniziative intenda mettere in campo per il sostegno o la realizzazione di servizi di supporto al benessere psicologico per gli studenti”.

Quindi, tiene a dire che “il Pd si è battuto per una misura fondamentale: il bonus psicologo che abbiamo reso strutturale ma che l’attuale governo non ha rifinanziato nel modo che ci saremmo aspettati. Eppure servirebbe un ulteriore strumento come lo psicologo di base e risorse strutturali a favore degli atenei (che già hanno sperimentato in molti casi misure di questo tipo) per il sostegno degli studenti”.

Secondo l’on. Irene Manzi, quindi, è “necessario affrontare le fragilità, introducendo meccanismi di cura e tutela per i giovani. La ministra si è impegnata a rendere strutturali le risorse per il benessere psicologico degli studenti. Aspettiamo di conoscere in che tempi: non può essere un impegno che rimane sulla carta. Per questo il Pd continuerà con forza a sollecitare interventi concreti che affrontino questa drammatica emergenza”.

L’allarme lanciato dal Pd sul disagio dei giovani appare sostenuto anche dall’impennata delle patologie psichiatriche tra gli adolescenti: come abbiamo avuto modo di scrivere su questa testata, durante un convegno all’ospedale pediatrico “Gaslini” di Genova (organizzato dalla CEI) sulla salute mentale infantile e adolescenziale è stato reso noto che nel 2019 i casi noti di ricovero al “Gaslini” per disturbi psichiatrici erano 72 (il 46% dei quali ragazze); nel 2022 i ricoveri sono saliti a 270 (in media almeno cinque a settimana, con una percentuale di ragazze esplosa al 73%).

Inoltre, gli esperti hanno detto che sono aumentati in modo esponenziale anche i comportamenti autolesionistici (da sette a 70, specie sotto i 14 anni). E pure gli hikikomori (ragazzi in ritiro sociale), passati da tre a 21, e i disturbi alimentari (da tre a 116).

Solo pochi giorni fa, rappresentanti della Rete degli Studenti Medi, dell’Unione degli Universitari e del Sindacato Pensionati Italiani (Spi Cgil) hanno chiesto l’attivazione di un presidio psicologico in ogni scuola: l’iniziativa è stata avviata attraverso una proposta di legge rivolta alla Camera, con i parlamentari Elisabetta Piccolotti, di Avs, Elisa Pirro del M5s, Rachele Scarpa, promotrice dell’intergruppo parlamentare per la tutela e la promozione della salute mentale, e Nicola Zingaretti del Pd.

Gli studenti hanno ricordato che la pandemia da Covid ha messo a dura prova il quadro psicologico di tutti, dei più giovani come pure degli insegnanti tanto che le patologie mentali risultano tra i prof in deciso aumento: il 28% dei 30 mila studenti e studentesse che hanno partecipato alla ricerca “Chiedimi come sto” ha ammesso di avere riscontrato disturbi alimentari e il 14,5% ha avuto esperienze di autolesionismo.

Alessandro Giuliani

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