Il conflitto in Ucraina sembra non concludersi mai: la diplomazia sembra assai lontana dalle intenzioni dei belligeranti e degli spettatori del conflitto. La parola pace risuona in lontananza come desiderio ancestrale dei popoli coinvolti. Milioni di persone – almeno 5 – lasciarono il paese tra il 24 febbraio e il 15 marzo 2022, a bordo di auto, treni e mezzi adibiti allo spostamento massivo di persone verso il confine polacco, ungherese, romeno e moldavo. Tra questi figuravano 1 milione e 300 mila minori, i quali non hanno di certo beneficiato del trasferimento, prima temporaneo e poi definitivo, della didattica a distanza, talvolta condotta da eroici docenti impegnati al fronte.
Il sistema scolastico europeo, cronicamente interessato da tagli sensibili alla spesa, da classi pollaio e relativi sovraffollamenti, si è dovuto confrontare con un’emergenza umanitaria difficile da controllare; ha predisposto programmi di integrazione – anche linguistica e culturale – temporanei ed ha cercato di reperire docenti bilingui per erogare le lezioni in linea con i programmi ucraini, comprensibilmente rimodulati per via dello scoppio del conflitto e dell’impossibilità di monitorare lo sviluppo della didattica sul territorio nazionale. A quasi tre anni dall’inizio dell’escalation militare, il Consiglio Europeo raccomanda i Ministeri dell’Istruzione dei paesi membri di redigere un piano d’integrazione per il lungo periodo: il conflitto sembra non cessare.
Lo studio del Consiglio: barriere linguistiche e capacit edifici nemici dell’integrazione attiva
In occasione della Giornata mondiale dell’infanzia, il Consiglio d’Europa avverte che le barriere linguistiche, la limitata capacità scolastica e la difficoltà di rintracciare gli studenti che non vanno a scuola sono tra le principali sfide affrontate da milioni di bambini ucraini che cercano rifugio e accesso all’istruzione in Europa, nonché dai loro stati ospitanti. Una settimana fa, mentre è appena stato raggiunto il triste traguardo dei 1.000 giorni di guerra in Ucraina, è tempo di passare da soluzioni di emergenza a meccanismi più sostenibili e a lungo termine. Questo è il messaggio chiave di un nuovo studio di mappatura preparato dal Segretariato del Gruppo consultivo sui bambini ucraini del Consiglio d’Europa in collaborazione con il Dipartimento dell’istruzione dell’organizzazione. Il 50% dei bambini che hanno lasciato l’Ucraina a causa della guerra non è ancora iscritto ai sistemi educativi dei loro paesi ospitanti. Il 60% dei bambini iscritti segue lezioni online trasmesse dall’Ucraina, parallelamente alle lezioni nella scuola normale. I bambini in fuga dalla guerra spesso soffrono di traumi e affrontano disagio psicologico e un senso di instabilità dovuto alla lontananza degli ambienti a loro familiari. La situazione in alcuni stati europei è più urgente che in altri: a maggio 2024, due stati europei, Polonia e Repubblica Ceca, avevano il più alto tasso di persone sotto protezione temporanea, fuggite dall’Ucraina.
Una sfida di tutti e per tutti
Queste e altre sfide affrontate dagli stati membri per garantire l’accesso all’istruzione dei bambini ucraini, nonché le pratiche attuali, sono esaminate nello studio. L’analisi presenta anche strategie efficaci per integrare questi bambini nelle scuole locali, personalizzare l’iscrizione e rendere flessibili gli inserimenti in classe, proteggendo al contempo il loro diritto all’identità culturale incoraggiando il loro legame con la cultura e la lingua ucraine. Questo studio segna un nuovo passo verso la costruzione di sistemi educativi resilienti e inclusivi in tutta Europa. Fin dall’inizio del conflitto gli stati membri del Consiglio d’Europa si sono impegnati a salvaguardare i diritti e le libertà fondamentali degli studenti ucraini, compreso il loro diritto all’istruzione. Questo impegno è stato ribadito nella Dichiarazione di Reykjavík, adottata dai Capi di Stato e di Governo nel maggio 2023.
Il Gruppo consultivo sui bambini ucraini, istituito per attuare la Dichiarazione, ha guidato lo sviluppo dello studio. Questo si basa su una ricerca documentale di fonti ufficiali, non governative, accademiche e private online disponibili in inglese, ucraino e polacco, condotta tra maggio e giugno 2024. Analizza le pratiche in 32 stati membri del Consiglio d’Europa, in cui i rifugiati ucraini registrati a maggio 2024 superavano le 10.000 persone, ed è integrato con esempi di altri 13 stati membri. Lo studio è stato aggiornato l’ultima volta il 3 novembre 2024 e la sua versione più recente è disponibile al link: https://rm.coe.int/mapping-study-on-access-to-education-of-the-children-of-ukraine-in-cou/1680b27e7e