Le operazioni militari sul suolo ucraino hanno portato milioni di famiglie a cercare rifugio all’estero, specie in realtà europee come Polonia, Ungheria e Slovacchia, più prossimali alle realtà di confine. L’organizzazione di programmi d’inserimento per famiglie, studenti e ragazzi ha interessato in maniera dirompente i relativi ministeri dell’istruzione locali, i quali han dovuto provvedere al reclutamento di docenti in lingua russa (realtà orientali oltre il Dnipro) e in lingua ucraina, per le regioni site ad occidente. La discontinuità esecutiva, l’organizzazione dei programmi e delle unità didattiche hanno provocato un’interruzione fattiva delle lezioni, con danni all’apprendimento ed alla relativa continuità: la non disponibilità di ambienti, testi in lingua ucraina o russa e di docenti fisicamente presenti ha rallentato l’avvio di attività didattiche. Il fine dell’allestimento delle attività estive, specie nel Belpaese, resta quello di garantire una minima continuità, con annessa integrazione sociale ed interattiva, a livello didattico per i ragazzi e le ragazze ucraine, anche per ovviare gravi fenomeni di ghettizzazione della minoranza ucraina nei paesi in cui è stata accolta, favorendo fenomeni di integrazione attiva attraverso svolgimento di attività a scuola.
Studenti ucraini in Italia: dati e partecipazione alle attività estive
Attualmente, come riportato dal Ministero dell’Istruzione, sono circa 23.000 gli studenti ucraini giunti nel Belpaese a seguito del conflitto in corso. I progetti organizzati dai singoli istituti sono molteplici, ma i fondi scarseggiano in seguito alle numerose richieste pervenute. A diffondere i dati relativi all’accoglienza è un report del Ministero che divide l’accoglienza per grado scolastico: dei 22.788 nuovi discenti, la maggior parte, 10.399 sono inseriti alla scuola primaria; seguono la secondaria di primo grado con 5.226 e la scuola dell’infanzia con 5.060. La partecipazione alle attività estive, secondo un recente report, interessa circa il 45 % degli studenti accolti: i docenti possono svolgere tre tipologie di progetti dedicati all’inclusione. Questi sono così allestiti:
- Attività linguistiche per il rafforzamento e il potenziamento delle competenze in italiano L2 (di base e per lo studio), quale elemento centrale e prioritario nei percorsi di inclusione;
- Attività ludico-creative, sportive ed artistiche, comprendenti la realizzazione di laboratori di arte, musica, ambiente e sostenibilità;
Le proposte poi saranno prese in carico ed espletate secondo le complessive linee guida dettate dal Ministero.
Molta accoglienza, pochi fondi: il rovescio della medaglia per le politiche inclusive
Per i progetti estivi sono stati stanziati più di un 1.300.000 euro, ma i fondi non sono stati ancora erogati al fine di supportare gli istituti scolastici per l’accoglienza degli studenti ucraini secondo le linee guida dei programmi suddetti. I Dirigenti Scolastici sono in difficoltà, e rendono noti, nonostante l’accoglienza partecipata, i problemi ai fondi cassa delle singole scuole: “Sono stati accolti con grande entusiasmo e sono stati attivati dei percorsi di prima alfabetizzazione d’italiano, usando personale della scuola che già si occupa di questo aspetto. Abbiamo utilizzato anche le ore di potenziamento. Del milione di euro del ministero non abbiamo ancora incassato nulla, ma stiamo usando risorse interne. Non abbiamo avuto necessità di mediatori linguistici perché in prima media abbiamo un ragazzo ucraino che ci ha aiutato”, testimonia al Fatto Quotidiano Silvana Vitella, a capo dell’istituto comprensivo “Bossi” di Busto Arsizio, segnalando inoltre che “è stato creato un file condiviso con tutti gli istituti e l’amministrazione per individuare immediatamente i posti a disposizione nelle scuole”.