L’elevata dispersione scolastica continua a mettere a nudo le deficienze e le arretratezze di un sistema educativo che non riesce ad essere appetibile, inclusivo e, quindi, in grado di scongiurare l’allontanamento sistematico di un elevato numero di giovani dai vari percorsi di studio. I tentativi di modernizzare la scuola con intricate strategie macrosistemiche, molto spesso pensate da chi non vive le quotidiane difficoltà della realtà educativa, non hanno ridimensionato il fenomeno.
L’approccio posto in essere negli ultimi lustri, oltre ad ingolfare ulteriormente il sistema educativo, ha finito per distogliere l’attenzione dalle esigenze delle piccole realtà scolastiche, dei piccoli gruppi, delle persone che sono tra loro in rapporto immediato di interazione. L’autonomia scolastica, tuttavia, già dal lontano 1999 (D.P.R. 275/99), offre alle singole scuole la possibilità di intervenire, sotto il profilo didattico e organizzativo, per orientare le strategie educative in direzione delle specifiche esigenze del territorio di riferimento.
In questa direzione si stanno muovendo i docenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Guglielmo Marconi” di Siderno, i quali, sotto la direzione del prof. Francesco Sacco, continuano a sfornare delle piccole idee progettuali in grado di dare risposte concrete a specifiche esigenze educative e sociali. Gli insegnanti del “Marconi”, infatti, dopo l’interessante ed innovativa proposta educativa alternativa all’insegnamento della religione cattolica, si sono dotati di un altro importante strumento di inclusione: il regolamento per gli studenti uditori.
Tale supporto normativo dà la possibilità alla scuola di riaprire le porte della formazione a tutti i giovani a rischio di insuccesso scolastico e, quindi, quasi certamente destinati a vivere una condizione di marginalità che, nel lungo periodo, potrebbe sfociare in una ancor più preoccupante esclusione sociale.
Nell’ipotesi di regolamento proposta dalla prof.ssa Maria Sciarrone, e approvata dagli organi collegiali del “Marconi”, i giovani in possesso di specifici requisiti di base possono essere ammessi, anche nel corso dell’anno scolastico, alla frequenza della classe richiesta in qualità di uditori. L’ammissione alle lezioni, tuttavia, è subordinata all’approvazione dei consigli di classe interessati che devono essere chiamati ad esaminare attentamente le richieste pervenute con possibilità di rigetto delle medesime.
Gli studenti uditori possono frequentare regolarmente le lezioni e hanno la facoltà di sostenere delle prove di verifica, anche se queste ultime non possono essere oggetto di valutazione né in itinere né alla fine dell’anno scolastico. Infatti, in assenza di un quadro normativo nazionale che definisca con chiarezza lo status dello studente uditore, a quest’ultimo possono essere certificati i progressi formativi soltanto a seguito del superamento di appositi esami preliminari o di idoneità.
Il regolamento approvato dagli organi collegiali del “Marconi”, inoltre, affronta efficacemente due spinose questioni, quella assicurativa e quella disciplinare. La prima problematica viene risolta attribuendo allo studente uditore l’onere di stipulare una polizza assicurativa in grado di coprire tutti i possibili rischi ricollegati alla frequenza di un istituto scolastico. La seconda questione, invece, trova soluzione nell’introduzione dell’obbligo a carico dell’uditore di rispettare le prescrizioni sancite nel regolamento d’istituto e le istruzioni impartite dal docente della classe durante le lezioni, con possibilità di sottoporre lo studente, in caso di violazione, a severe sanzioni disciplinari.
Com’è agevole intuire l’ipotesi progettuale pianificata dai docenti del “Marconi” rappresenta un piccolo passo avanti nella direzione di una scuola più inclusiva, moderna e concreta, che partendo dal basso, sia pure tra mille difficoltà e ristrettezze, riesce a dare delle risposte efficaci a problemi annosi. La soluzione prospettata, in effetti, è dettata dall’esperienza, dalle quotidiane difficoltà che gli insegnanti sono costretti ad affrontare in contesti educativi problematici, spesso privi del necessario sostegno.
Lo strumento illustrato, con gli opportuni interventi normativi e finanziari a supporto, può rappresentare una prima concreta risposta al delicato problema della dispersione scolastica.