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Studenti universitari, lo studio passa ancora per i libri di carta

Criticano i docenti perchè sono poco informatizzati. Poi però si scopre che per studiare e leggere, gli studenti italiani ricorrono sempre al vecchio caro libro di carta. Mentre computer e dotazioni tecnologiche sempre più sofisticate vengono utilizzate quasi esclusivamente per socializzare e interagire.
Certo, non si tratta di allievi della scuola, ma esclusivamente di universitari. E nemmeno di “nativi digitali”, perché hanno più di 19 anni. Però sono pur sempre di studenti.
A recepire le loro abitudini (quasi 2.200 giovani iscritti ad uno corso universitario) è stato l’Ufficio studio dell’Associazione Italiana Editori, che ha realizzato l’indagine “Passare la notte sull’eBook? Studenti universitari, manuali per lo studio e nuove tecnologie”.
Dall’indagine – ha spiegato la presidente del Gruppo Accademico professionale di Aie Mirka Giacoletto Papas – emerge come la varietà dell’offerta non scalfisca, negli studenti, la centralità del libro di carta, sia per quanto riguarda lo studio che la lettura non destinata all’esame“.
Le conclusioni che l’Aie ha realizzato sono chiare. “Questi giovani, età media 23 anni, leggono certo, ma il 22% non legge più di quattro libri all’anno diversi da quelli di studio. In media leggono – oltre a quelli universitari – circa un libro al mese. E soprattutto non sono tanto tecnologici quanto si creda e come li si rappresenta: pressoché tutti (il 99,5%) hanno e usano il pc. La metà (circa) utilizza uno smartphone (è il 48,9% degli intervistati). Solo uno su dieci invece ha un tablet (è il 13,5%) o un e-reader (è l’11,5%)”.
Ma i nostri studenti accademici per studiare scelgono però prevalentemente ancora libri di carta, anche se carta e digitale per loro convivono senza problemi. “Le tecnologie sono un’integrazione dei tradizionali manuali di carta (utilizzati in modo continuo dall’81,4%): il 30,9% utilizza anche testi reperiti online, e – a oggi – solo il 19,9% usa ebook. Il 63,8% integra lo studio con gli appunti di lezione, percentuale quasi identica a chi utilizza materiali online forniti dal docente nelle piattaforme d’ateneo (59,9%)”.
La nuova modalità di apprendimento formativo, quindi, passa per l’integrazione tra i due sistemi: analogico-tradizione da una parte (tutt’altro che superato) e digitale-interattivo dall’altra. Chi pensa che uno possa fare a meno dell’altro sbaglia.
Alessandro Giuliani

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