Sta facendo scalpore la notizia relativa all’annullamento di un esame universitario da parte di alcuni docenti dell’Università di Ferrara che hanno scoperto che alcuni candidati avevano usato, per superarlo, ChatGpt. A parlare, a Il Corriere della Sera, è ora una studentessa che ha sostenuto la prova, senza “aiutini”.
“Sono due giorni che giornali e notiziari continuano a ripetere la parola disonesti, ma voglio dire chiaramente che non tutti lo siamo”, Inizia così il suo sfogo. “Sono stati dei polli”, dice, mentre esprime tutto il proprio “rammarico” per quanto accaduto, soprattutto perché era riuscita a portare a casa un 30 e lode. Un risultato raggiunto “con serietà e con impegno, incastrando tra mille difficoltà lavoro, famiglia e studio”.
La studentessa trova “profondamente ingiusto che, per colpa di alcune persone immature, ma non tutte, sia stato penalizzato l’intero gruppo e, ancor peggio, sia stata compromessa l’immagine della nostra università” A tal proposito, “chi ha sbagliato – afferma – dovrà assumersi le proprie responsabilità”, ma – ci tiene a precisare, nel tentativo di non voler fare di tutta l’erba un fascio – “basta con le parole di denigrazione collettiva”.
Intelligenza Artificiale e formazione, è davvero rivoluzione? La Tecnica della Scuola e il gruppo di ricerca Paths di Indire lanciano il questionario rivolto ai docenti di ogni ordine e grado delle nostre scuole, per affrontare il tema dell’AI applicato alla didattica.
Una ricerca unica in Italia, il primo questionario per gli insegnanti che si stanno cimentando con quello che da molti è visto come lo strumento che caratterizzerà il presente e il futuro della nostra vita, in ogni settore, compresa la scuola.
Tante le ricerche internazionali susseguitesi negli ultimi tempi che hanno cercato di capire se l’intelligenza artificiale può essere utilizzata nella pratica didattica del docente per migliorare l’apprendimento degli studenti.
Grazie all’indagine lanciata da Indire e La Tecnica della Scuola, il docente risponderà a una serie di domande semplici ma pratiche chiarendo qual è il rapporto attuale che vive con l’IA. L’utilizzo di questo strumento, a disposizione di tutti i docenti, può riflettersi sull’apprendimento degli alunni che, in alcuni casi, sembrano essere più avanti dei loro insegnanti nella conoscenza del mezzo.
La ricerca proverà a svelare, con l’aiuto dei partecipanti, quale uso il docente fa dello strumento, se può servire nella pianificazione delle attività didattiche, nell’organizzazione delle attività extra docenza, quanto e in cosa può essere utile per lo studente, i motivi che possono ostacolare (se ci sono) l’utilizzo dell’IA in classe.
I risultati dell’indagine, che si chiuderà il 16 febbraio 2025, saranno pubblicati sul portale della Tecnica della Scuola e sul sito di Indire.
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