Il buonismo non paga, le aggressioni crescenti verso i docenti sono la prova che occorre imporre regole più rigide. Sembra questa la richiesta che arriva da più parti, anche parlamentari, dopo il caso dello studente 16enne, di buona famiglia, che durante la prima ora di lezione di lunedì 29 maggio ha ferito all’avambraccio con un coltello la sua professoressa di italiano e storia dell’istituto superiore di Abbiategrasso Emilio Alessandrini. Il ragazzo avrebbe compiuto il gesto, ha riferito una compagna, subito dopo avere appreso dalla docente che a breve sarebbe stato interrogato “in storia per recuperare l’insufficienza“. Il giovane prima sembra che abbia mormorato “mi dispiace”, poi l’ha colpita.
Il sociologo Marziale: la repressione trovi cittadinanza
“L’incidenza statistica di atti di bullismo, sempre più ascrivibile alla voce criminalità più che devianza, all’interno delle scuole italiane, è tale da non poter essere liquidata con riflessioni tese a conferire importanza soltanto alla prevenzione, pertanto urge immediatamente una revisione del processo penale minorile dove la repressione trovi cittadinanza tanto quanto forte è il livello di offesa da parte di troppi adolescenti”, ha detto il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori.
Commentando l’aggressione di una docente ad opera dello studente sedicenne, il sociologo ha ricordato che “siffatti episodi non sono sporadici, per fortuna non sempre così efferati, ma ogni santo giorno molti docenti vengono presi di mira e oltraggiati. Se non si ricorre al più presto alla deterrenza, si arriverà ad un punto tale da dover istituire in ogni plesso scolastico un posto di pubblica sicurezza”.
“L’adolescenza non è una malattia, ma…”
“L’adolescenza – ha continuato Marziale – è un’età difficile, ma non è una malattia, per cui ricorrere ad una deterrenza che ‘faccia scuola’ è da considerarsi un diritto dovuto a qualsiasi soggetto in età evolutiva chiamato a rispettare i doveri che la vita quotidiana impone nel processo di socializzazione quotidiana. Il buonismo contemplato da un codice penale minorile vetusto, datato 1988, urge di una revisione immediata, perché sono decenni che tanti specialisti entriamo nelle scuole per dare una mano in termini di prevenzione ed i risultati sono sotto gli occhi di chiunque”.
La linea della “mano dura” sembra trovare terreno fertile anche in diversi componenti della maggioranza parlamentare.
“Per contrastare questi ignobili episodi, sempre più frequenti, bisogna far riacquistare autorevolezza ai docenti e punire severamente chi compie violenze“, ha detto Paola Frassinetti (FdI), sottosegretario all’Istruzione e al Merito.
“La scuola – ha sottolineato Frassinetti – oltre alla famiglia, è il luogo dove si dovrebbe impartire l’educazione e comportamenti del genere sono intollerabili e rappresentano un danno anche per tutti gli studenti che si trovano a vivere momenti di paura e tensione”.
Sasso (Lega): fatti gravi, pene più severe
Sulla stessa lunghezza d’onda si pone il leghista Rossano Sasso, ex sottosegretario nel governo Draghi e oggi primo firmatario di una Pdl per la sicurezza del personale scolastico che prevede l’inasprimento delle pene per chi compie reati gravi e l’istituzione di un osservatorio scolastico sul fenomeno della violenza, attualmente in discussione alla Camera dei Deputati.
Quelli accaduti ad Abbiategrasso sono “fatti che, se confermati, si rivelerebbero gravissimi. Tanto più in un contesto come quello della scuola che dovrebbe essere la seconda casa dei nostri ragazzi”, ha detto Sasso.
“L’ennesimo episodio che confermerebbe l’urgenza di tutelare gli insegnanti con un inasprimento delle pene verso chi compie reati simili. La Lega crede che il rispetto per la figura del docente sia essenziale, soprattutto per guidare gli studenti nell’apprendimento”, ha concluso il deputato leghista.
Toccalini (Lega): serve la commissione d’inchiesta
Secondo il deputato Luca Toccalini, responsabile del dipartimento giovani della Lega, “il disagio giovanile è, purtroppo, sempre più frequente, con episodi di bullismo, violenze, baby gang, dipendenze da alcool e droghe, abbandono scolastico e molto altro”.
“Per questo, alcune settimane fa – ha continuato Toccalini – ho depositato una proposta di istituzione di una commissione d’inchiesta volta ad affrontare tutti questi problemi, trovando e applicando le soluzioni necessarie per uscire da questa enorme piaga sociale che i nostri giovani stanno vivendo. Auspico che la Camera dei Deputati possa presto occuparsene”.