In Italia riscuote consensi la decisione presa dal governo britannico di introdurre il latino in 40 scuole secondarie statali, grazie ad un investimento di oltre 4 milioni di sterline per contrastare la reputazione elitaria dello studio della lingua classica: il Dipartimento per l’Educazione inglese farà partire il programma di diffusione del latino in alcune decine di scuole pilota, per quattro anni, rivolgendo così le lezioni – a partire da settembre 2022 – a ragazzi dagli 11 ai 16 anni.
Secondo don Romano Nicolini, da oltre 30 anni fautore dello studio del latino e autore di un breve testo di approccio alla lingua, realizzato dall’associazione ‘Pro Latinitate’ di Rimini, vi sono tutti i motivi e presupposti perché l’iniziativa presa in Inghilterra possa essere attuata anche nel Belpaese.
“Lancio un appello pubblico al ministero dell’Istruzione italiano – dice Nicolini alla Tecnica della Scuola – perché intraprenda la decisione dell’Inghilterra di allargare l’insegnamento del latino nelle scuole superiori. Dobbiamo essere consapevoli che i tempi sono maturi perché ciò avvenga anche in Italia”.
In effetti, è assodato che la conoscenza della lingua latina permette di apprezzare molti aspetti della realtà: soprattutto, insegna a ragionare e sviluppa la logica.
Secondo lo stesso don Romano Nicolini “una conoscenza, anche minimale, delle nostre origini è essenziale per ciascun italiano”.
Il ministro dell’Istruzione inglese, Gavin Williamson, ha spiegato che il latino “può portare così tanti benefici ai giovani e inoltre ha aggiunto sappiamo che il latino ha la reputazione di essere una materia elitaria, riservata solo a pochi privilegiati, quindi voglio mettere fine a questa divisione”.
La decisione è stata presa perché nel sistema britannico le lezioni di lingua straniera sono obbligatorie nelle scuole primarie dall’età di sette anni dal 2014, e possono includere una lingua antica. Ma dall’età di 11 anni le scuole devono insegnare una lingua straniera moderna, il che significa che le lingue antiche dovrebbero essere insegnate oltre a quella.
Ad oggi, secondo un sondaggio del British Council, il latino è insegnato nelle secondarie in meno del 3% delle scuole statali, rispetto al 49% delle scuole indipendenti.
La storica classicista Mary Beard ha accolto con favore la mossa di ampliare l’insegnamento del latino: sono “assolutamente felice per il fatto che più studenti potranno studiare una materia straordinariamente arricchente come il latino”.
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