In un articolo pubblicato su Repubblica.it si scrive: “Gli scacchi aprono la mente e consolidano il carattere, consentono di prevedere un risultato in un tempo definito e insegnano riconoscere la sconfitta. Poi, va detto, i ragazzi che li praticano migliorano il rendimento (del 17 per cento, dicono gli studi), soprattutto in matematica. Dopo lunga fatica e molte esperienze comparate (l’Armenia che nel 2011 ha trasformato lo sport olimpico in materia curriculare, l’Unione europea con una dichiarazione a favore degli scacchi a scuola quasi unanimemente votata, la Spagna che l’ha fatta sua di recente) il nostro ministero dell’Istruzione ha preso atto che una letteratura consolidata considera gli scacchi zucchero per la mente dei ragazzi. Lo dicono anche otto ricerche italiane. Su questa scorta, il Miur ha deciso di promuovere un progetto pubblico-privato per far entrare gradualmente nelle aule la virtuosa disciplina”
A tal proposito si ricorda che il Ministero della Pubblica Istruzione già con la Circolare n. 3202/A1 del 23.9.98 aveva inserito gli scacchi nel progetto Sport a Scuola. Ciò significa che il MPI autorizza le Scuole che lo richiedono a dar corso all’insegnamento degli scacchi per i propri alunni. La scelta del ministero di includere gli scacchi nel progetto “Sport a scuola” è il segno tangibile che gli scacchi rappresentano un’attività che va ben oltre il “gioco” e che il loro insegnamento e la loro pratica attraverso metodologie corrette e docenti qualificati consente di affiancarsi alla scuola nel processo formativo degli allievi. L’apprendimento del gioco degli scacchi rappresenta, infatti, “un mezzo per facilitare la maturazione dello studente e per accelerare la crescita delle facoltà logiche, divertendolo nello stesso tempo”.
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