Ansia a zero, per le verifiche finali della 3°B, all’Istituto Comprensivo Sorelle Agazzi di via Gabbro, a Milano. Il ripasso del programma, infatti, si fa in palestra. L’idea è venuta all’insegnante, Silvia Trovato che, alla luce del grande interesse dimostrato dalla classe nei confronti del Big Bang, dei dinosauri, dell’evoluzione dell’uomo e di tutto ciò che ha seguito la sua comparsa, ha pensato di far interpretare ai propri alunni e alle proprie alunne le avventure che avevano sentito nel corso delle lezioni in aula.
Malk, Christian, Pietro, Cloe, Chahin, Aurora, Alice, Francesco, Rahim, Riccardo, Eli, Selene, Mohraeil, Alyssa, Sama, Dalia, Federica, Nicolas, Thomas, Eslam, Bicioi e Moustafa compongono una meravigliosa classe di 22 anime internazionali. Bimbe e bimbi provenienti dalla Cina al Brasile passando per la Romania, il Senegal e l’Egitto dove alcuni fanno ancora un po’ di fatica a parlare e comprendere completamente la lingua italiana, specie quando si tratta di fare i compiti a casa, studiare e memorizzare alcuni termini difficili o superare le verifiche scritte. Attraverso il gioco del teatro, però, immergersi nella storia e comprenderne i processi è diventato molto più semplice.
“Ho frequentato i corsi serali della Scuola di Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano per tre anni – ha dichiarato l’insegnante, con un passato da strategist pubblicitaria alle spalle – e, non dimenticherò mai quanto l’emozione di interpretare elementi semplici come l’acqua, il fuoco, l’aria, il colore giallo o il rosso riuscisse a scuotermi rendendo quelle semplici performance indimenticabili. Con i miei piccolini e le mie piccoline ho pensato di fare lo stesso. Un giorno, ho detto loro che in palestra c’era un ‘acquario magico‘. Bastava non oltrepassare la zona di difesa e la linea centrale del campo di pallavolo per partecipare al gioco. Da quel momento, chiunque rimaneva in quella zona, doveva seguire le indicazioni che gli davo. E così, nel giro di pochi secondi, ho visto 22 bambini e bambine divertirsi e dimostrare un’infinita creatività nel plasmare i propri corpi come se fossero fonti visive, chiacchierare per diventare fonti orali. E ancora, utilizzare la propria giacchetta rossa per far saltare in aria la lava dei vulcani dopo l’arrivo del meteorite, ecc. Da quel momento, i ripassi prima delle verifiche, li abbiamo fatti sempre così”.
“Guardami maestra Silvia, sono l’Amigdala più grande del mondo!”, “Venite ragazzi, ho appena trovato un fossile!”, “Lui a terra sta facendo l’Homo Hergaster che dorme e io, anche se sembra che preghi, in realtà sto facendo la fiammella del fuoco che lo scalda”, “Guardami, sono l’Homo Sapiens che pesca!”, “Io non posso più parlare perché sono rimasta congelata dopo la grande glaciazione”, “Io sono un metallo che è stato trasformato in freccia da uno stampino di terracotta durante l’Età dei Metalli”. Queste sono solo alcune delle frasi che, chi passava dalla palestra della primaria in via Gabbro 6, poteva sentire, durante le ore di lezione di motoria.
Le verifiche fatte nel corso dell’anno, sono migliorate di volta in volta. Sia a livello orale che scritto, infatti, più della metà della classe ha raggiunto il risultato più alto aggiudicandosi in pagella l’agognato AP (ampiamente raggiunto) in storia. E anche in motoria gli obiettivi prefissati sono stati superati in maniera eccellente. Bambine e bambini sono stati in grado di dimostrare, infatti, di saper partecipare al gioco rispettando indicazioni e regole, di saper padroneggiare e utilizzare gli schemi motori in relazione agli altri e alle variabili ambientali, elaborando ed eseguendo sequenze di movimento anche complesse e originali, in maniera autonoma.
“Il mio anno di supplenza in questa scuola – ha dichiarato la maestra – finisce qui. Avevo mandato diverse mad a settembre 2023 sperando che mi chiamassero nei licei o nelle scuole medie per fare punteggio in graduatoria (la mia classe di concorso, infatti, non dà punti se, con una laurea in Storia e filosofia e una in Filologia moderna, insegno alle primarie). Adesso che ho conosciuto questi bambini e queste bambine, però, separarmene è un vero strazio. Mi hanno insegnato moltissimo su cosa voglia dire fare questo mestiere e, fino all’ultimo giorno, li ho ringraziati e ringraziate uno per una per tutte le cose meravigliose che, grazie a loro, ho imparato. Performance teatrali comprese”, ha concluso la docente.
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