Negli Usa, uno studente su tre segue almeno un corso distanza, in Italia, invece, la tecnologia è utilizzata solo per fare compiti e ricerche. La conseguenza è che i ragazzi non conoscono a sufficienza la risorsa rappresentata dall’e-learning. Anche da noi, però, una didattica innovativa valida esiste già.
Dei circa 35mila studenti che hanno risposto a una recente web survey di Skuola.net, il 73% ritiene che Google sia la fonte più utile per ottenere informazioni; il 21% gli preferisce Wikipedia; ignorato tutto il resto (social network, forum e programmi per la produttività si fermano al 2%).
Peccato che gli studenti, nonostante la confidenza che hanno con le nuove tecnologie, siano quasi ‘spaventati’ anche dall’idea di conseguire una laurea senza frequentare fisicamente dei corsi e recarsi in un’aula chiusa tra quattro mura. Ma solo il 13% – poco più di 1 su 10 – si dice molto interessato all’ipotesi d’iscriversi a un’università telematica. Mentre un altro 12%, pur dandogli credibilità, preferisce ancora gli atenei ‘classici’.
Perché se è vero che 2 studenti su 3 usano quotidianamente la tecnologia anche per studiare, è altrettanto vero che quasi tutti – l’88% – la sfruttino solo per fare i compiti o effettuare ricerche, per ottimizzare i tempi e ripassare in maniera veloce, col minimo sforzo. Nel frattempo, però, la distanza che ci separa dagli altri Paesi si allarga: negli Stati Uniti circa il 30% degli studenti di livello superiore seguono almeno un corso ‘a distanza’ (sono più di 6 milioni).
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