Dopo lo stupro che ha avuto luogo a Palermo la violenza sessuale, a quanto pare reiterata, ai danni di ragazzine, di 10 e 12 anni, nel parco di Caivano, in provincia di Napoli, ha scioccato l’intero Paese. La procura di Napoli Nord, come riporta Open, ha dato 30 giorni al perito incaricato di analizzare i cellulari dei due maggiorenni finora indagati nella vicenda, due ragazzi di 18 e 19 anni. La procura minorile invece indaga al momento su otto minori tra i 14 e i 17 anni.
“Le ragazzine non frequentavano la scuola”
Le indagini riguardano anche i genitori delle due vittime, su cui gli inquirenti stanno cercando di verificare quanto le famiglie abbiano adottato il controllo genitoriale sulle ragazzine e quanto invece avrebbero ignorato nel corso del tempo.
Ieri sera, 29 agosto, nel parco incriminato si è svolta una manifestazione, come riporta La Stampa, alla quale hanno partecipato genitori, politici, istituzioni. “Mio figlio non farebbe mai una cosa del genere. Ma questo non vuol dire che non frequenti persone del Parco Verde. Voglio che frequenti le scuole che ci sono qui. Sta anche con i ragazzi che fanno cose poco buone. Poi torna a casa e vede quali sono i valori”, ha detto una signora. “Quello che conta è quello che c’è dentro le famiglie, non l’esterno”, ha fatto eco un’altra mamma.
Purtroppo è emerso che le ragazzine vittime di violenza vivono da tempo in una situazione di degrado, tra droga e genitori assenti. Ecco il pensiero di Mauro Mazza, ex abitante della zona e criminale che, dopo aver studiato in carcere, ha fondato l’associazione “Un’infanzia da vivere” per aiutare i ragazzini del quartiere. “Le politiche sociali sarebbero dovute intervenire prima. Si sapeva che le due ragazzine vivevano in una situazione di degrado. Si sapeva che non frequentavano la scuola. In questi casi i servizi sociali dovrebbero cercare di capire cosa stava succedendo, invece non lo hanno fatto”.
La disperazione della madre di una delle vittime
Nel frattempo la madre di una delle vittime ha lanciato un appello alla premier Giorgia Meloni, che domani visiterà Caivano, dicendo, come riporta Open, di aver subito minacce e intimidazioni dopo la denuncia. “Stiamo subendo minacce dal quartiere – ha detto la madre della 12enne – hanno anche derubato mio figlio, quello che ha denunciato gli orrori, non mi sento al sicuro”.
“Ho bisogno di parlare con la presidente Meloni, voglio parlare con lei. Domani venga nella scuola frequentata da mia figlia e mia nipote”. Nei giorni scorsi la donna aveva scritto una lettera alla presidente, pregandola di intervenire: “Presidente, siamo nelle sue mani – aveva scritto – ci porti via da questo inferno”.