Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Stampa oggi, 22 agosto, in cui ha toccato il tema scottante della violenza da parte dei giovanissimi, alla luce dello stupro avvenuto lo scorso luglio Palermo da parte di un branco di sette ragazzi ai danni di una 19enne.
Come abbiamo scritto, sui social e non c’è fermento, e si chiede gran voce un cambiamento nella cultura e nell’educazione dei giovani, partendo proprio dalle scuole, da molti ritenute responsabili di un vero e proprio fallimento.
Ecco la risposta del ministro, da molti invocata a gran voce. Valditara intende agire con dei veri e propri corsi che coinvolgeranno le vittime di violenza di genere, come già aveva anticipato in passato. Intanto si partirà il 25 novembre: “Stiamo organizzando con la ministra Roccella un’iniziativa contro la violenza sulle donne che si terrà il 25 novembre. Sarà una giornata importante che vedrà la partecipazione anche di testimonial”, ha spiegato.
“Come ministero stiamo inoltre lavorando per fare qualcosa che possa avere un’incidenza più continuativa. Stiamo pensando di organizzare delle iniziative nelle classi come accadrà nel campo della sicurezza stradale dove abbiamo previsto con un disegno di legge approvato il 27 giugno il potenziamento dell’educazione stradale nelle scuole con corsi extracurricolari, o come accade per la campagna di sensibilizzazione contro il bullismo che vede il ministero impegnato nella prevenzione del bullismo, del cyberbullismo e di ogni altra forma di violenza. Più in generale si tratta di affermare e diffondere tra i giovani la cultura del rispetto. Pensiamo a incontri da tenere nelle scuole rendendo
protagonisti gli stessi studenti e con l’intervento, fra gli altri, di vittime di violenze che possano testimoniare in modo diretto che cosa significa la violenza contro le donne. L’obiettivo è di riuscire a farlo partire già da quest’anno”, ha aggiunto il capo del dicastero bianco, che afferma di aver già iniziato a lavorare in tal senso.
“Il brutale episodio di pochi giorni fa compiuto da sette miseri criminali nei confronti di una diciannovenne a Palermo, ha sconvolto e segnato tutti noi. Purtroppo, non è il primo né l’unico: è necessario sradicare questo fenomeno insegnando in tutte le scuole la cultura del rispetto e contrastando ogni forma di violenza contro le donne. Gli istituti scolastici rappresentano il principale baluardo dell’educazione dei nostri ragazzi. Ottima, quindi, l’iniziativa appena lanciata dal ministro Giuseppe Valditara che punta a un codice morale e comportamentale degli studenti attraverso incontri con personale specializzato e con le vittime. La Lega, da sempre attenta al tema, ha già presentato alla Camera una proposta di legge per l’introduzione dell’insegnamento delle pari opportunità nelle scuole. Chiediamo inoltre, con un nostro ddl, un inasprimento delle pene per pedofili e stupratori, prevedendo la castrazione chimica. Episodi del genere vanno combattuti in ogni modo già dai banchi di scuola e non devono più ripetersi”. Così in una nota il senatore della Lega Roberto Marti, presidente della commissione Cultura, Istruzione e Sport a Palazzo Madama.
Cosa può fare la scuola? Quale il ruolo della famiglia? Queste sono le domande che riecheggiano in questi giorni. Anna Paola Concia, politica, attivista e coordinatrice del Comitato organizzatore di Fiera Didacta Italia ha scritto un tweet sul tema diretto al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: “Agli uomini: a chi si sente indignato per essere paragonato agli stupratori di Palermo. Reagite al racconto che siete tutti uguali. Rigettate quella cultura tossica maschile. Parliamone. Faccio un appello al ministro Valditara sensibile a questo tema”, queste le sue parole.
La risposta del capo del dicastero di Viale Trastevere non si è fatta attendere: “Grazie Paola per questo invito. Certo che non siamo tutti uguali! E la gran parte degli italiani non ha nulla a che vedere con la cultura che genera violenza sulle donne. Dobbiamo comunque lavorare nelle scuole per affermare il valore del rispetto e rigettare i residui di machismo”.
Il ministro crede quindi che la scuola abbia un ruolo chiave nel necessario cambiamento di mentalità nella cultura dei giovanissimi. Nel frattempo sono molti i docenti che vogliono fare qualcosa di concreto, in classe, sin da subito per sensibilizzare contro la violenza di genere.
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