Home I lettori ci scrivono Stupro Palermo, l’indifferenza dell’anima genera mostri

Stupro Palermo, l’indifferenza dell’anima genera mostri

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Il problema dei problemi si riassume così…

La madre di uno del branco dichiara:

“È una poco di buono”

Mi verrebbe da rispondere, parafrasando Battisti:

“Che ne sai tu di un campo di grano…”

Per poi citarle Bach

“Il compito dei genitori è essenzialmente il privilegio (ed in verità si dovrebbe considerare un privilegio divino) di permettere ad un’anima di entrare in contatto col mondo al fine di evolversi”.

EVOLVERSI

Chi è insegnante o lo è stato, riconosce immediatamente il modus pensandi della genitrice di uno del branco di Palermo.

Oggi, quasi tutte/i così.

Dalla Scuola, in particolar modo quella dell’Infanzia che è il primo “screening” rispetto all’educazione familiare, il primo filtro, il primo confronto con la società, puoi scrutare il Futuro che ti passa davanti e la diagnosi impietosa è lì, l’emergenza è chiara:

CRISI EDUCATIVA DELLA FAMIGLIA

È una condizione che sta generando una fragilità diffusa nel mondo dei Ragazzi, sempre più distanti dalla realtà e dalla “fatica” che la vita richiede.

La violenza, ormai declinata ad ogni contesto, in ogni luogo, è diventata la forma più gettonata per superare il disagio.

È l’indifferenza dell’Anima che genera mostri, l’educazione non si basa solo su norme, ma sugli affetti e i sentimenti profondi che vengono trasmessi dalla più tenera età, fondamenta solide entro cui si costruiscono sane relazioni, perché ciò che accade nella prima Infanzia resta nelle radici di ognuno.

E così succede che, in assenza di  empatia, l’intero mondo che si occupa di educazione, sia in grande difficoltà: la Scuola non ha più gli strumenti adeguati, le risorse per affrontare l’enorme, generale, crisi della Famiglia, prima e imprescindibile agenzia educativa che, oggi, sembra quasi rifiutare di trasmettere alle generazioni successive i valori, la memoria storica, l’autorevolezza della tradizione.

I figli ricevono tanti “servizi”, ma non “modelli” adeguati di vita, non imparano la reciprocità: i beni di fruizione hanno il sopravvento sui beni formativi ed ecco che la Scuola diventa spesso il luogo dove saltano all’evidenza e si raccolgono le fragilità dei Bambini, dei Ragazzi e delle loro famiglie le quali pretendono attese risolutive e immediate esponendo, a volte, gli insegnanti a critiche ingenerose, perché la qualità percepita non corrisponde alle aspettative dettate dalla superficialità del tutto e subito.

Vorrei ricordare ai genitori che anche insegnare le regole, l’educazione ai valori e alle norme sociali, sono espressioni di affetto che non si possono e devono delegare alla Scuola.

I valori che appartengono all’educazione familiare permettono ai Bambini ed ai ragazzi di riservarsi un posto in mezzo agli altri e la Scuola è e diventa strumento prezioso per capire, studiare, favorire il pensiero critico, indispensabile e fondamentale per avere una dimensione sociale e non solo social.

Una dimensione nella quale il BRANCO non venga minimamente contemplato.

Una dimensione che offra la possibilità di crescere e acquisire il senso profondo della propria esistenza.


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