Sui social infiamma il dibattito in merito all’educazione dei figli e al ruolo di scuola e genitori in seguito alla violenza di gruppo che ha avuto luogo Palermo da parte di un branco di giovanissimi ai danni di una 19enne. Sono tante le opinioni in merito, prima fra tutte quella della docente Giovanna Corrao, secondo cui la comunità educante può dichiararsi fallita.
Come riporta Fanpage.it, il comandante dei vigili urbani di un paese della Sardegna ha scritto un commento su Facebook del tutto fuori luogo. “I genitori dovrebbero insegnare alle figlie a non scimmiottare i maschi e non ubriacarsi. A noi maschi fa bene ogni tanto ubriacarsi.. a voi invece malissimo. Restate donne e non cercate di fare gli uomini… Siete femmine e non maschi” ha commentato. “Voi donne non dovreste stare in giro, nemmeno virtuali, a quest’ora”, ha risposto a chi lo ha criticato. Insomma, secondo l’uomo, che praticamente addossa la colpa dello stupro alla vittima, ai ragazzi di sesso maschile è concesso ubriacarsi e perdere il controllo mentre alle ragazze no.
Immediata la replica del sindaco del paese, che ha preso le distanze da queste affermazioni: “Ovviamente prendiamo le distanze dalle parole del comandante che rischiano di danneggiare un’amministrazione da sempre impegnata per difendere i diritti di tutti e delle donne in particolare”, ha scritto.
Anche l’avvocata Francesca Spanu del centro antiviolenza Feminas è intervenuta sulla polemica: “I commenti sarebbero già gravi se pronunciati da chiunque, risultano ancora più inaccettabili quando fatti da un rappresentante delle istituzioni che tende a giustificare o sminuire una violenza sessuale attribuendone le colpe alla vittima”. Il centro ha chiesto vengano presi provvedimenti “utili a censurare il pessimo comportamento del dipendente, nonché pubblico ufficiale”.
In queste ore anche il conduttore Andrea Giambruno, compagno della premier Meloni, ieri ha pronunciato frasi simili finendo nell’occhio del ciclone. Come riporta Open, nel corso della trasmissione di Rete4 Diario del Giorno, Giambruno ha detto: “Forse dovremmo essere più protettivi nel dialogo e nel lessico. Se vai a ballare, tu hai tutto il diritto di ubriacarti – non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento e nessun tipo di inciampo – ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi”.
Nel corso della puntata del programma l’avvocata Bernardini De Pace ha detto che a suo avviso serve un cambio di approccio nell’educazione dei genitori verso le ragazze introducendo un meccanismo di “autotutela preventiva”.
Presso la Casa Internazionale della Donna in un convegno svoltosi di recente, il presidente AIED Mario Puiatti ha reso noto che sono numerose le realtà europee che non hanno provveduto ad un inserimento regolare dei programmi di educazione sessuale nelle scuole europee. “L’Italia – ha osservato il presidente – è una delle pochissime nazioni in Europa, insieme a Cipro, Bulgaria, Romania e Lituania, Spagna, prive di programmi curricolari nel merito“. Il Ministero della Salute ha rilasciato dei dati utili a comprendere il quadro organico della situazione. In assenza di una formazione adeguata e strutturata, dove gli studenti ricercano le informazioni utili e a chi si rivolgono? I consultori non ammontano a tante unità sul territorio (fatto utile a comprendere l’approccio poco pragmatico delle istituzioni). A tal proposito Puiatti ha aggiunto: “Oggi 8 studenti medi e universitari su 10 cercano le informazioni in ambito sessuale e riproduttivo su internet (solo 1 su 4 chiede in famiglia), ma la stragrande maggioranza (94%) ritiene sia la scuola a dover garantire l’informazione su sessualità e riproduzione: questi i dati dello Studio Nazionale Fertilità presentato dal Ministero della Salute (2019).”
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