I numeri sono impressionanti: solo nell’ultimo anno l’organizzazione italiana ha inoltrato alle autorità di tutto il mondo 37.263 segnalazioni, in media 850 alla settimana, 122 al giorno, con un incremento del 21,56% rispetto alla stesso periodo dell’anno scorso.
Il rapporto mensile riguarda esclusivamente i siti con espliciti contenuti e materiali pedofili e pedo-pornografici segnalati da Telefono Arcobaleno all’Interpol e alle polizie nazionali secondo le rispettive competenze e, in Italia, all’Autorità giudiziaria e al Nucleo Investigativo Telematico.
“Germania, Usa, Russia, Regno Unito, Italia, Canada, Francia, Giappone, ovvero il G8 – spiega Telefono Arcobaleno in una nota – sono proprio i primi otto Paesi ‘consumatori’ di pornografia minorile, con una domanda che assorbe circa i tre quarti degli scambi mondiali e alimenta incessantemente il circuito perverso e criminale della richiesta di nuovi materiali e della loro produzione e distribuzione”.
La classifica prosegue con Svizzera, Spagna e Olanda. Secondo Telefono Arcobaleno in questo “mercato dell’orrore l’Europa è epicentro assoluto: oltre il 90% dei bambini sfruttati è di razza europea, l’86% dei materiali pedofili è allocato in territorio europeo, i due terzi dei clienti sono europei”.
Telefono Arcobaleno da dodici anni lotta al fianco delle polizie nazionali e internazionali contro la pedofilia e la pedopornografia: in questo periodo l’associazione ha censito i volti di 35 mila bambini sui siti pedofili individuati monitorando costantemente la rete, con una media di sette nuove vittime individuate ogni giorno. Dati che dovrebbero fare riflettere sui pericoli insiti nella rete, soprattutto per i giovani inesperti e desiderosi di conoscere. Al momento, tuttavia, ricerche europee attendibili ci dicono che solo due ragazzi under 15 su dieci vengono mediamente monitorati e sorvegliati dalla famiglie durante la navigazione internet: la grande maggioranza continua a connettersi senza alcuna limitazione. Con tutti i rischi che ne conseguono.