La «Buona Scuola» rischia di essere attuata solo a metà. Infatti nessuna delle nove deleghe attuative, previste dalla legge 107, è arrivata finora al traguardo.
Superando contrasti e ostruzionismi, la neo-ministra, Valeria Fedeli, sta tentando, riporta Il Sole 24 Ore, un ultimo pressing per “salvare” le deleghe, il cui contenuto è piuttosto pesante visto che si spazia dalla revisione degli esami di Stato, al nuovo percorso per salire in cattedra, al decollo, finalmente dopo anni di discussioni, di un sistema integrato per rispondere ai bisogni educativi della fascia 0-6 anni.
Il tentativo è portare in Consiglio dei ministri sabato prossimo i Dlgs praticamente pronti (a buon punto sono: riordino dell’istruzione professionale, scuole all’estero e sostegno – quasi ultimata è anche la delega 0-6 anni, che dovrà tener conto dei rilievi della Corte costituzionale sollevati a fine dicembre). Per i rimanenti cinque provvedimenti (formazione iniziale docenti, esami di Stato, cultura umanistica, testo unico, diritto allo studio) si punterebbe a una proroga di due mesi da inserire in un Ddl ad hoc
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Il punto, precisa Il Sole 24 Ore, è che per rispettare il dettato della legge 107 i testi, non solo, debbono essere approvati, in prima lettura dal governo, ma, poi, vanno subito incardinati presso la competenti commissioni parlamentari.
L’obiettivo della neo-ministra Fedeli è utilizzare questa finestra temporale “aggiuntiva” per migliorare gli articolati, anche a seguito di un confronto con tutti gli operatori scolastici.
Una “corsa contro il tempo” dunque per risolvere le esigenze degli studenti (finora abbastanza sacrificate, a partire da una revisione degli esami di Stato di terza media e maturità. Su quest’ultimo fronte, tra le novità ipotizzate dal Miur c’è il riconoscimento di un peso maggiore all’alternanza scuola-lavoro che diventerebbe un requisito di ammissione alle prove finali, accanto alle prove Invalsi, che arriverebbero, così, ufficialmente, in quinta superiore, con rilevazioni in italiano, matematica, inglese.
C’è poi il riordino degli istituti professionali, anche se qui restano delle criticità da superare: la bozza ministeriale infatti punta su un apprezzabile rafforzamento delle materie d’indirizzo e su una maggiore presenza della formazione “on the job”.
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