“Introdurremo Storia dell’arte nei bienni a tutti i livelli dei Licei” asserisce il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. (Storia dell’arte in tutti i livelli dei licei al costo di 25 milioni – Vedi articolo di Pasquale Almirante, Venerdì 20 Giugno 2014, LA TECNICA DELLA SCUOLA)
Ascoltiamo le parole del Ministro, incoraggiati dai successi ottenuti in anni e anni di “battaglie culturali” per la difesa del ruolo dell’educazione all’arte quale fulcro e motore della vita culturale e civile del nostro Paese. Ricordiamo che la nostra associazione, Artem Docere, nella sua piena attività, ha prodotto documentazione e comunicazione rivolta a tutti i livelli degli organi di stampa; comunicazione e dialogo verso le figure istituzionali degli organi di governo, verso i ministri dell’istruzione che si sono succeduti dalla riforma Gelmini ad oggi, al fine di rendere trasparenza e denuncia dell’impoverimento culturale imposto nella scuola secondaria di II grado. Impoverimento che ha reso utopistiche le aspettative legittime di un’intera società la quale, rispetto al proprio patrimonio artistico, ha il diritto dovere di conoscerlo, dialogare con il mondo, valorizzarlo, rinnovarlo.
Afferma il Ministro: ”… la sensibilità culturale da diffondere attraverso la scuola, attraverso l’introduzione e il potenziamento di certe materie, è il miglior collegamento tra una formazione teorica e l’acquisizione di competenze pratiche, tutto questo è rimasto ai margini dell’agenda”.
A questo semplice assunto, rinviamo con i fondamenti imprescindibili per lo studio della Storia dell’arte.
Studio che deve essere affiancato o unito allo studio del Disegno, in quanto è il Disegno abilità e comunicazione trasversale e unificante di tutte le discipline di studio, per l’assoluta efficacia didattica capace di attivare le funzioni mnemoniche nell’apprendimento dei contenuti.
Per le molte funzioni che il disegno svolge nel mondo contemporaneo delle immagini e della comunicazione. Sono le nuove tecnologie stesse a richiedere un rafforzamento delle competenze grafiche, dalla comunicazione visiva alla progettazione in senso tecnico.
Il Disegno è strumento di indagine conoscitiva per la comprensione dell’opera d’ arte e della stessa realtà. In didattica, si esprime in attività grafiche, percorsi disciplinari uniti allo studio dell’arte per l’approfondimento dell’analisi dell’opera, e in attività creative, per lo sviluppo di abilità cognitive ed espressive individuali insostituibili che accrescono il “potenziale” di apprendimento di ognuno. Senza questo collegamento “tra una formazione teorica e pratica”
qualunque studio è rigido e improduttivo. Il fine “intrinseco” dell’educazione è nella costruzione di un mondo realizzato, i cui componenti siano soggetti capaci di comunicare e di comprendere i diversi linguaggi, tra chi produce arte e chi la fruisce.
In modo particolare, il Disegno non può che essere unito o collegato allo studio della Storia dell’arte nei piani di studio dei Licei Scienze Umane, futuri docenti di domani; dei licei Linguistici, i cui obiettivi curriculari affondano le radici nella conoscenza delle lingue, “vuoto sapere” se privato della conoscenza dei linguaggi; dei Licei Musicali Coreutici, con il fine di collegare lo studio del linguaggio della musica ai linguaggi dell’arte.
Pur tenendo conto dell’attuale impianto delle istituzioni riformate, gli opportuni ampliamenti orari e ripristino di insegnamenti cancellati dovranno essere resi in una visione di “continuità” educativa e formativa che “si perfezionerà” con il proseguimento degli studi, ma che deve garantire fin da ora a tutti gli studenti e ai cittadini pari opportunità formative: l’educazione all’arte è accrescimento della “consapevolezza di sé” in senso antropologico, culturale; è appartenenza storico artistica territoriale.
“… per questo introdurremo lo studio della storia dell’arte, in tutti i livelli dei licei, a partire dal biennio, naturalmente con un dosaggio di ore proporzionato al curriculum, e quindi di ore settimanali a crescere, per il triennio sia delle scienze umane sia nell’istituto turistico” precisa il Ministro, fornendoci una risposta felice e attesa, ma incompleta e suscettibile di ambiguità.
Il primo biennio é fondamentale per la costruzione e lo sviluppo di abilità e competenze che si consolideranno negli anni successivi, determinanti per la trasversalità e unitarietà dello studio con le altre discipline storico-umanistiche.
Ben venga il potenziamento progressivo “a crescere”, come afferma il Ministro, tenendo però presente che fin dal primo anno non si potrà introdurre un orario settimanale inferiore alle due ore, diversamente, si formerebbe un dialogo educativo per “abbreviazioni”, “semplificazioni”, didattica a percorso unico, con rischio di insuccesso didattico. Il primo biennio è decisivo per la riuscita formativa e il potenziale apprezzamento da parte degli stessi studenti nei confronti della disciplina.
Insistiamo sugli imprescindibili fondamenti espressi e sull’inverosimile soppressione degli Istituti d’ Arte, imposta dalla riforma Gelmini, questione mai riferita dal Ministro. Istituzioni che preparavano figure atte all’elaborazione di manufatti artistici in “Arti Applicate”, nei diversi e specifici settori dell’artigianato artistico per la realizzazione di Tesori della creatività e della produzione artistica italiana.
La cancellazione degli istituti d’ arte è svalutazione dell’arte; è negazione di quelle abilità individuali, fini e ingegnose che ottengono il manufatto artistico. Tesori che il nostro paese ha diffuso in tutto il mondo, ineguagliabili. Eppure, quei Tesori sono destinati a scomparire! Con grave danno per l’economia italiana.
Insistiamo per denunciare l’assenza incomprensibile nelle scuole dello studio della Musica, aspetto del quale il Ministro stesso riferisce, sostenendone la necessità educativa.
E’ evidente che tutto l’impianto educativo dovrà essere riformato, non sarà né sufficiente, né competente rappezzare il tempo scuola introducendo “briciole” orario di studio.
Insistiamo nell’affermare che l’intera Formazione Artistica, nel nostro Paese, deve essere riformata, ripensata “educazione dell’individuo”, in una “visione integrata”, tra offerta formativa e sviluppo economico, rispondendo alle esigenze culturali ed etiche rappresentate dalla capacità di raccogliere sfide per qualificarsi e “ri”-qualificarsi come modello educativo, verso se stesso, nei confronti dell’Europa che oggi ci ha ampiamente surclassati, e del mondo intero.
E’ in gioco il nostro stesso futuro, promozione di occasioni formative capaci di dare risposte coerenti e qualificanti per la più ampia riuscita sociale ed economica del nostro Paese.
Marinella Galletti
Presidente Artem Docere
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