Subito una legge anche in Italia sul divieto degli smartphone in classe: dobbiamo necessariamente rendere applicativa nel nostro Paese, ciò che ha fatto il governo francese. Non se ne può più di vedere, durante le ore di lezione, alunni che smanettano sugli smartphone mentre l’insegnante spiega. Purtroppo nella realtà vi sono casi in cui gli alunni possiedono due cellulari: uno lo consegnano al docente, mentre l’altro lo utilizzano di nascosto.
Alzi la mano il docente al quale non è capitata questa situazione! Perché sprecare tempo prezioso alla condivisione personale, ai momenti di crescita individuali passando il tempo a stare con gli occhi abbassati sui telefonini. Questi strumenti, se possibile, possono essere lasciati a casa durante i viaggi d’istruzione. E, invece, troviamo i genitori che non sia mai il proprio figlio dimentica lo smartphome per poterlo controllare? Ecco che non dobbiamo meravigliarci se gli alunni stanno continuamente incollati al cellulare, si scambiano messaggi su whatsapp, ascoltano musica con le cuffiette nelle orecchie. Loro sono attratti dal mondo virtuale, un mondo arido di emozioni e tempeste affettive tipiche dell’età adolescenziale.
I ragazzi hanno bisogno di crescere e per farlo vanno oltremodo responsabilizzati e avviati a vivere il mondo reale. Come hanno vissuto i nostri padri: prima non esistevano cellulari eppure sono andati avanti, hanno studiato, hanno stretto relazioni sociali e si sono divertiti tanto. Oggi il divertimento delle nuove generazioni è solo virtuale, avaro di emozioni capaci di scuotere tutto l’essere umano. Sono troppo schiavi dei cellulari i nostri alunni e di questo passo si annulleranno le relazioni sociali che sono alla base della comune convivenza, dello stare insieme, del vivere momenti indimenticabili.
In gita si va per fare esperienza diversa di condivisione, esperienza che segna la vita dell’alunno…e, invece, hanno bisogno del cellulare, di quello strumento da cui non si possono separare e le mamme e i papà ansiosi di controllarli a tutte le ore e a tutti i minuti.
La scuola insegni soprattutto che anche senza smartphone si può vivere e vivere esperienze formative belle ed emozionanti che li accompagneranno per tutta la vita. Bando, dunque, anche in Italia ai cellulari in classe: è l’ora di agire per il bene della scuola.
Mario Bocola
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