Il 12 febbraio si sono svolti in tutta Italia presidi unitari davanti alle Prefetture, per chiedere l’apertura di una trattativa che, in vista della pubblicazione del bando di concorso a cattedre, affronti il tema della soluzione del precariato che ha diritto alla stabilizzazione.
I presidi hanno visto la partecipazione di migliaia di precari, che dai palchi e dalle piazze, sotto le bandiere dei sindacati, delle associazioni, sotto gli striscioni variopinti, hanno richiesto a gran voce di poter continuare a lavorare per la scuola pubblica. Le loro storie, le loro speranze, le loro delusioni sono state al centro di questa giornata di mobilitazione. Sono stati coinvolti i prefetti perché nella loro funzione si facciano garanti delle loro richieste.
Il piano nazionale di assunzioni derivante dalla legge 107 non ha risolto il problema del precariato storico, perché ha evitato di guardare al precariato della scuola come a quel corpo unico che in questi anni ha provveduto al regolare funzionamento delle scuole. Il piano nazionale di assunzioni non ha voluto gestire una fase straordinaria di cui i precari non hanno responsabilità, tutta da attribuire a una politica perversa che ha alimentato in questi anni la speranza di lavoro, per poi toglierla senza una reale motivazione e senza prendere in considerazione neanche la sentenza della Corte di Giustizia Europea.
Il concorso di cui è atteso il bando rischia di essere per molti di loro il canto del cigno, per questo le sigle sindacali che hanno promosso l’iniziativa chiedono l’apertura di una trattativa sulle modalità e sui tempi di espletamento del bando e la necessità che contemporaneamente si definisca un piano pluriennale di stabilizzazioni. Si deve fare in modo di garantire il futuro del proprio lavoro a coloro che da anni lo portano avanti con professionalità e competenza e ai docenti della scuola dell’infanzia esclusi dall’assunzione nella fase del potenziamento.
Non si crea occupazione creando disoccupazione. La logica dei numeri del presidente Renzi assomiglia a quella del pollo di Trilussa.
La FLC CGIL insieme a CISL Scuola, UIL Scuola, Snals e Gilda sperano che dopo la protesta si apra un confronto vero con il Governo che permetta alle parti di condividere il cammino verso il bando per il concorso con tempi distesi e modalità di svolgimento credibili e con una definizione degli organici veritiera e funzionale ai reali bisogni delle scuole. Continueranno le mobilitazioni e le azioni legali per garantire i diritti e il lavoro a tutti i precari che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole.
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