Sudafrica, coro di no contro i test obbligatori agli studenti per l’Hiv
Un coro di no. E’ quello che si è alzato di fronte alla proposta del Governo sudafricano di introdurre i test obbligatori per l’Hiv in tutti gli istituti scolastici frequentati da giovani di almeno 13 anni. A formulare il diniego sono stati gli stessi studenti, ma anche i loro insegnanti. Evidentemente, ritengono tutt’altro che educativa e realizzabile la proposta delle autorità di sottoporre al test i frequentanti, al fine di facilitare le cure e contrastare la diffusione del virus. Per i giovani utenti della scuola, ma anche per i loro docenti, i ragazzi non sarebbero psicologicamente pronti ad affrontare un eventuale esito positivo del test o lo stigma sociale legato alla malattia. In base a quanto trapelato sino ad oggi da fonti governativi, le analisi del sangue degli studenti dovrebbero essere condotte a partire dal mese prossimo nelle scuole secondarie e verrebbero eseguite durante i fine settimane e le vacanze. Anche se un portavoce del ministero della Sanità, Fidel Hadebe, ha precisato che non è stato ancora deciso come procedere ai test, i diretti interessati sono preoccupati perché lo scorso aprile il presidente Jacob Zuma ha lanciato un programma per a sottoporre al test 15 milioni di persone entro giugno. È anche vero, tuttavia, che il Governo ha incontrato non poche difficoltà a metterlo in pratica. Che ora vengono confermate.
“Temiamo si vada verso il disastro – ha spiegato il vicepresidente del sindacato nazionale degli insegnanti, Allen Thompson – persino i genitori hanno paura di fare il test, si può quindi immaginare un ragazzo di 13 anni. E alcuni avranno paura di dire no agli insegnanti”.