La stesura del testo dell’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri deve essere stata particolarmente difficile, perché, contrariamente al solito, il programma dei lavori è stato reso noto solo nella mattinata odierna, due-tre
In effetti il primo punto all’ordine del giorno appare all’insegna dell’equilibrismo politico-economico: “Decreto legge: Disposizioni temporanee ed urgenti in materia di automatismi stipendiali del personale della scuola”.
Non sfuggirà, per esempio, che non si parla di “modifica del DPR 122” come i sindacati stanno chiedendo anche se è molto probabile che, in concreto, il decreto legge che verrà adottato oggi faccia riferimento al provvedimento in questione.
Ma soprattutto lascia perplessi l’espressione “disposizioni temporanee” che sembra confermare proprio il fatto che il decreto non interverrà in modo strutturale sul meccanismo introdotto dal DL 78/2010 e successivamente confermato e anzi appesantito con provvedimenti successivi.
La sensazione è che il decreto legge che verrà approvato oggi conterrà disposizioni del tutto provvisorie finalizzate ad evitare il recupero degli aumenti già attribuiti, in attesa che venga sottoscritto il contratto nazionale che, inevitabilmente, dovrà attingere alle risorse del Fondo di Istituto.
E, a questo proposito, va detto che si parla con sempre maggiore insistenza di una decurtazione di non meno di 300 euro che corrisponderebbe ad un taglio di un buon 35%. Se poi il talglio sarà fatto con lo stesso criterio dello scorso anno e cioè penalizzando maggiormente le scuole del I ciclo e un po’ meno la secondaria di secondo grado, il risultato sarà pesantissimo: istituti comprensivi e direzioni didattiche avranno a disposizione poco più della metà di quanto avuto lo scorso anno.
In pratica, il decreto legge di oggi sarà una specie di “certificato di morte” dell’autonomia scolastica e della contrattazione di istituto.
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