Il Consiglio dei Ministri ha preso una decisione giusta rinunciando al taglio degli stipendi dei docenti. È l’unico momento di saggezza che avvertiamo rispetto alle tante scelte discutibili e sbagliate annunciate nella conferenza stampa di Renzi.
Infatti è discutibile non aver scelto lo strumento del decreto legge per garantire dal primo settembre tutte le 150.000 assunzioni promesse. Anzi il piano annunciato si è ridotto di 49.000 unità. Un fatto inaccettabile dopo mesi di annunci e di promesse.
È inaccettabile la forte concentrazione dei poteri attribuiti ai presidi perché mette a rischio principi costituzionali come la libertà di insegnamento. Essi potranno assegnare discrezionalmente premi di stipendio ai docenti “meritevoli” e sceglierli da un albo territoriale. Una sorta di “vetrina” dove sarà pubblicato il loro curricolo.
Il governo ha preso ancora una volta la strada dell’autoritarismo facendo invasioni di campo del Ccnl. Quando le regole si incrinano la democrazia nei luoghi di lavoro e l’autonomia professionale sono a rischio. Anche su questo daremo battaglia per ottenere il ritiro di queste misure.
La mobilitazione della scuola ha dato i suoi primi frutti costringendo il governo a battere la ritirata sugli scatti d’anzianità. Adesso è necessario continuare con la mobilitazione e allertare le energie vive del Paese per ottenere quanto di meglio uno stato democratico possa offrire alla scuola pubblica e ai giovani in formazione. Il contenuti del D.D.L. annunciati stasera sono profondamente ingiusti e vanno cambiati.
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