La questione trasporti legati alla riapertura scuole è stato piuttosto criticato a ridosso dell’avvio dell’anno scolastico. E infatti in molte città ci viene segnalato che studenti e (personale) che si recano a scuola con i mezzi di trasporto pubblici incontrano situazioni che non rispettano le norme anti-covid.
Per cui, specie i mezzi di trasporto dei pendolari, in alcune realtà diventano un vero e proprio problema: passeggeri senza mascherine e “appiccicati” l’un l’altro dentro il mezzo. Un ritorno al recente passato dei trasporti locali che non dovrebbe trovare spazio in quest’epoca in cui mascherine e distanziamento dovrebbero predominare.
L’aspetto più controverso è che quegli stessi passeggeri andranno a sedersi in un banco monoposto (magari non subito) e rispettare il metro di distanza, durante gli spostamenti a scuola indosseranno la mascherina e usufruiranno del gel igienizzante per disinfettare spesso le mani.
Insomma: che senso potrà mai avere il rispetto di tali norme dentro le scuole se poi fuori ognuno fa quello che gli pare (o quasi)?
Se gli studenti potrebbero essere “giustificati” gli adulti invece no: ma chi controlla il flusso di passeggeri sui mezzi di trasporto? Il distanziamento e il corretto uso delle mascherine? Nessuno, tanto che gli studenti raccontano di essere stipati in piedi per il percorso necessario casa-scuola e viceversa.
Anche le corse dei mezzi pubblici rappresentano un problema: secondo una breve ricerca di Skuola.net, in 1 caso su 3 è costretto ad arrivare molto in anticipo per via delle corse limitate, che non coincidono con i ritmi scolastici. Nel campione preso in esame, poi, circa la metà delle famiglie con figli deve accompagnarne come minimo due a scuola, molto spesso (40%) con orari diversi di ingresso gli uni dagli altri; imponendo una ridefinizione dell’agenda giornaliera o lunghe attese all’ingresso.
Il 31 agosto scorso è stato firmato l’accordo fra Governo e Conferenza Unificata sui trasporti e come organizzarsi in vista della riapertura scuole. Misure condivise dagli Enti locali ma che non risolvono una situazione molto difficile e soprattutto molto diversa da territorio a territorio.
Se nei centri dove tradizionalmente i trasporti pubblici risultano essere efficienti in condizioni di normalità con fatica si riuscirà a fornire un servizio adeguato agli standard di sicurezza, pensiamo a quei territori, specie al Sud, dove il trasporto pubblico rappresenta spesso l’anello debole del sistema.
Ricordiamo che con l’accordo Governo-Enti Locali, viene previsto nella Legge di Bilancio lo stanziamento di 200 milioni per le Regioni e 150 per Comuni e Province per i servizi aggiuntivi di trasporto ritenuti indispensabili per l’avvio dell’anno scolastico. Le risorse già previste per i mancati introiti delle aziende del Tpl potranno infatti essere utilizzate anche per servizi aggiuntivi.
Uno dei punti fondamentali delle linee guida sul trasporto pubblico riguarda quello relativo alla capienza dei mezzi di traporto pubblico: bus, metro e mezzi del trasporto locale, i mezzi del trasporto ferroviario regionale e degli scuolabus del trasporto scolastico dedicato dovranno mantenere, in considerazione delle evidenze scientifiche sull’assunto dei tempi di permanenza medi dei passeggeri indicati dai dati disponibili, un coefficiente di riempimento non superiore all’80 %, prevedendo una maggiore riduzione dei posti in piedi rispetto a quelli seduti.
Bisogna tuttavia specificare che tale riempimento all’80% è obbligatorio per percorsi che superano i 15 minuti di percorrenza: entro il quarto d’ora, pertanto, la capienza potrà essere del 100%.
In base a queste storie segnalate fino ad oggi, tali obblighi in diversi casi non vengono rispettati.
Le linee guida sul trasporto pubblico prevedono anche dei separatori rimovibili tra i sedili: infatti sta per chiudersi un accordo tra MIT- INAIL e IIT per individuare il materiale idoneo per consentire la separazione tra una seduta e l’altra, al fine di consentire un indice di riempimento dei mezzi pressoché totale.
Le stesse aziende di trasporto locale possono avviare forme autonome di individuazione di materiale idoneo da sottoporre alla certificazione sanitaria del CTS, ovviamente prima di installarle sui mezzi.
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