Emergono nuove, agghiaccianti novità sulla morte del giovane studente di Senigallia, avvenuta lunedì 14 ottobre. Se da una prima analisi dei fatti tutto sembrava essere ricollegato a eventi di bullismo a scuola, secondo quanto riporta Ancona Today, il ragazzo aveva preso un’insufficienza in informatica, un 4,5 che, nonostante fosse recuperabile, sembra aver aggravato il suo già fragile stato emotivo.
Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Senigallia indicano che il brutto voto potrebbe aver contribuito a un peggioramento del suo disagio psicologico, già compromesso dalle vessazioni subite da alcuni compagni di classe. Tuttavia, il voto risultava essere stato registrato solo il 14 ottobre, quando Leonardo era già scomparso.
La famiglia del giovane aveva presentato una denuncia per bullismo il lunedì pomeriggio, che oggi è stata integrata dai genitori con nuove prove. Tra queste, una chat del 9 ottobre in cui Leonardo confidava alla madre il suo disagio e la sua intenzione di cambiare classe o addirittura scuola. Nella conversazione, Leonardo raccontava di aver parlato con un docente di sostegno, non della sua classe, al quale aveva espresso il suo malessere, ma che non aveva fatto nulla per aiutarlo.
Nell’integrazione della denuncia, i genitori hanno consegnato anche una lettera inviata dal dirigente dell’Istituto a tutta la scuola dopo la tragedia, contenente alcuni passaggi ritenuti discutibili.
Come riporta Repubblica, nella giornata di mercoledì 16 ottobre la polizia si è presentata a scuola, dove lunedì sono arrivati gli ispettori del ministero. Oltre al cellulare e al pc, stanno passando al setaccio anche la Playstation di Leonardo, perché giocava spesso, e qualcosa potrebbe emergere da quelle chat. A tormentarlo con battutine e screzi erano in tre, hanno scritto i genitori nella denuncia, due ragazzi e una ragazza. Tutti ripetenti, uno di origini straniere e l’altro un calciatore promettente, che fino a pochi mesi fa giocava nelle giovanili, in serie C. La ragazza lunedì si è presentata dai carabinieri, negando ogni accusa.