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Suicidio Senigallia, l’sms alla legale della famiglia del 15enne: “Altro caso di bullismo, indagate sulla scuola”

Emergono nuovi dettagli sul caso del ragazzo di 15 anni che si è tolto la vita in un casolare vicino Senigallia sparandosi con la pistola del padre, dopo essere stato vittima di bullismo a scuola per giorni. Ecco il racconto de Il Corriere della Sera.

L’attacco alla scuola

Proprio ieri, 17 ottobre, si sono svolti i funerali del giovane. Queste le parole della madre alla sua legale: “Ti prego, io non voglio un colpevole qualunque, aiutami far uscire la verità. Io non ce l’ho con tutta la scuola, ma i ragazzi vanno tutelati. Un grido d’aiuto, come quello che lanciò mio figlio, va ascoltato. Invece non l’hanno fatto. Chi ha sbagliato paghi”.

“L’intervento del ministro ci conforta” — commenta l’avvocata — “perché ‘bullo’ nella vita non è solo chi si comporta male, ma pure chi sa e non parla, si volta dall’altra parte. Bisogna abbattere questo muro di silenzio. Pochi giorni prima di togliersi la vita aveva manifestato a un prof di sostegno la sua volontà di lasciare la scuola, dopo aver già raccontato alla mamma che gli insegnanti in classe non riprendevano mai i tre ragazzi che lo denigravano e anzi a volte facevano finta di non accorgersi di nulla. Ma il prof non avvisò la mamma e nessuno dalla scuola, dopo la tragedia, ha chiamato i genitori manco per le condoglianze. Dalla scuola un atteggiamento di omissione totale”.

Le parole del docente di sostegno

Il docente di sostegno, ieri, sentito dai carabinieri ha confermato di aver parlato una settimana fa con il ragazzo e di aver ascoltato da lui il desiderio di lasciare la scuola, “ma il ragazzo non mi espresse alcun disagio, così non mi preoccupai più di tanto e non chiamai la madre”. 

Durante il funerale un sms ha fatto vibrare il cellulare dell’avvocata: “Erano le 15.42 — racconta — a scrivermi una mamma, per segnalarmi un altro caso di bullismo che avrebbe avuto come vittima sua figlia l’anno scorso, sempre al “Panzini”, sempre in una classe di seconda. Indagate sulla scuola, così si concludeva l’sms”.

Il dirigente della scuola è intervenuto per dire che “qualsiasi riflessione o informazione inerenti a questo drammatico evento possono essere utili a ricostruire i fatti e a scongiurare che altri vivano situazioni tanto dolorose. Sollecitiamo quindi la massima collaborazione con le forze dell’ordine”, dicendo di mettersi “a disposizione di studenti e famiglie che abbiano bisogno di confronto o anche semplicemente per rappresentare le proprie emozioni”.

Suicidio Senigallia, Valditara chiede approfondimenti all’Usr Marche

Nel frattempo, è notizia di ieri, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha contattato Donatella D’Amico, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per le Marche, in seguito al tragico suicidio del giovane studente di Senigallia. L’episodio è attualmente oggetto di verifiche da parte del Ministero.

Il ministro Valditara ha richiesto un ulteriore approfondimento, anche alla luce delle dichiarazioni rese dai genitori del ragazzo quindicenne e delle testimonianze pubblicate sui giornali da parte di studenti e amici del giovane. 

“La scuola deve essere, innanzitutto, una comunità umana ed educante, in cui il ruolo del docente non si limita alla trasmissione dei saperi ma si estende alla costruzione, all’interno della classe, di rapporti improntati all’ascolto, all’accoglienza, al rispetto reciproco e alla capacità di suscitare entusiasmo, serenità, e interesse tra gli studenti. È questo che rende centrale e insostituibile la figura del docente anche nell’epoca dell’affermarsi dell’intelligenza artificiale. È fondamentale che la scuola sappia intercettare le fragilità dei giovani ma anche educare alla responsabilità individuale, intervenendo con autorevole severità in presenza di comportamenti improntati a violenza, a prepotenza e a bullismo”, queste le parole del numero uno di Viale Trastevere.

Lo stato emotivo molto fragile del ragazzo

Secondo quanto riporta Ancona Todayil ragazzo aveva preso un’insufficienza in informatica, un 4,5 che, nonostante fosse recuperabile, sembra aver aggravato il suo già fragile stato emotivo.

Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Senigallia indicano che il brutto voto potrebbe aver contribuito a un peggioramento del suo disagio psicologico, già compromesso dalle vessazioni subite da alcuni compagni di classe. Tuttavia, il voto risultava essere stato registrato solo il 14 ottobre, quando Leonardo era già scomparso.

La famiglia del giovane aveva presentato una denuncia per bullismo il lunedì pomeriggio, che oggi è stata integrata dai genitori con nuove prove. Tra queste, una chat del 9 ottobre in cui Leonardo confidava alla madre il suo disagio e la sua intenzione di cambiare classe o addirittura scuola. Nella conversazione, Leonardo raccontava di aver parlato con un docente di sostegno, non della sua classe, al quale aveva espresso il suo malessere, ma che non aveva fatto nulla per aiutarlo.

Nell’integrazione della denuncia, i genitori hanno consegnato anche una lettera inviata dal dirigente dell’Istituto a tutta la scuola dopo la tragedia, contenente alcuni passaggi ritenuti discutibili.

Redazione

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