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Suicidio Senigallia: ma i docenti non possono “accudire” gli studenti, come fossero angeli custodi

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L’articolo “Suicidio Senigallia, la madre del 15enne: “Se i docenti fossero intervenuti forse le cose sarebbero andate diversamente” merita senz’altro attenzione e rispetto perché dà voce al dolore di una madre.

Da ex-insegnante noto però che da essa traspare anche un’aspettativa oggigiorno molto frequente nei confronti della scuola e cioè che gli insegnanti fungano anche da custodi psicologici degli studenti (“la scuola avrebbe dovuto vegliare e proteggerlo”).
E questo, a me come a tanti altri ex-colleghi, pare un po’ troppo. Ci sta che nella scuola moderna il docente non debba più essere semplicemente un “freddo” dispensatore di nozioni, ma da lì a pretendere che possa e debba capire le problematiche di ogni allievo è un po’ troppo.
Anche perché ogni allievo necessiterebbe di uno screening personalizzato, cosa che i prof. non sono comunque in grado di fare, perché non è il loro mestiere. Anche se molti di noi volenterosamente si adoperano pure in questo senso, vedi le parole dell’insegnante di sostegno del figliolo suicidatosi: “Il ragazzo non mi espresse alcun disagio, così non mi preoccupai più di tanto e non chiamai la madre”. 
Né si può pretendere che gli insegnanti possano vedere e capire (non sempre almeno) quello che i ragazzi non esprimono.
Resta il fatto – grave – che spesso e volentieri la scuola incassa i colpi e si prende colpe non sue…