La polemica sulla vicenda della bambina ipovedente alla quale non sarebbe stata concessa l’iscrizione in una scuola media non si placa.
E’ di queste ore la divulgazione da parte dell’Anp di una lettera firmata da decine di docenti e amministratori locali del territorio che difendono il dirigente scolastico considerato fin da subito il vero e unico “colpevole” della situazione.
La stessa Associazione nazionale presidi è intervenuta per sottolineare che “nessuno ha avuto l’onestà intellettuale di ricercare i motivi dell’accaduto, né dei comportamenti degli attori coinvolti”.
La vicenda è complessa, sostiene l’Anp: “Il plesso aveva un’unica classe prima, e quella classe era già di cinque unità sopra le norme di sicurezza (in provincia di Torino, dove la magistratura ha sanzionato implacabilmente per molto meno!), e comprendeva un altro disabile grave”.
“Inserire in quella classe un’altra bambina ed un altro insegnante di sostegno avrebbe portato la situazione a livelli inaccettabili, non solo per la sicurezza ma per la stessa agibilità didattica”.
Ma, soprattutto, accusa l’Anp, “nessuno si è preso la briga di ricercare se il Dirigente avesse la possibilità di sdoppiare la classe o se il Comune quella di ricavare nel plesso un’aula più grande: eppure sia l’uno che l’altro si erano immediatamente dati da fare in tal senso”.
In effetti il Ministro in persona era subito intervenuto per evidenziare l’inopportunità della decisione della scuola senza peraltro spiegare in che modo si sarebbe potuto risolvere il problema.
Adesso, comunque, il problema sembra essersi avviato ad una ragionevole soluzione (è probabile che la scuola riesca ad ottenere l’istituzione di due classi prime o quanto meno l’ampliamento dell’aula in modo che possa accogliere qualche alunno in più).
Amara la considerazione finale dell’Anp che si chiede: “Fino a quando si potrà continuare ad addossare sulle scuole e su chi le dirige ogni tipo di responsabilità, negando loro nel contempo i mezzi per farvi fronte?”
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