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Sul decreto 147 Rifondazione promette battaglia

La ripresa della discussione sulla conversione in legge del decreto n. 147 con cui il Governo ha approvato importanti norme in materia di istruzione si preannuncia decisamente delicata sotto il profilo politico.
Tralasciando i numerosi emendamenti presentati dall’opposizione, che avranno ben poche possibilità di essere approvati dalla Commissione, i problemi maggiori saranno determinati dalle richieste modifica di componenti significative della maggioranza.
Sul ripristino del tempo pieno, per esempio, c’è un importante emendamento sottoscritto da deputati di Rifondazione Comunista ma anche della Margherita e dei DS con cui si dispone che il Ministro della Pubblica Istruzione, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni definisca un piano triennale per l’espansione del tempo pieno.
Un gruppetto nutrito di deputati della maggioranza chiede anche che i fondi per gli esami di Stato vengano ulteriormente aumentati da 178 a 183milioni di euro (evidentemente ci si sta rendendo conto che lo stanziamento previsto dalla legge finanziaria 2007 è ampiamente inadeguato).
I deputati socialisti, per parte loro, chiedono di cancellare la norma del decreto che prevede l’ammissione all’esame di terza media.
Ma i problemi maggiori riguardano l’articolo 2 del decreto, e cioè le norme disciplinari per il personale docente.
La sinistra radicale preannuncia battaglia.
Gli emendamenti presentati da Rifondazione Comunista su questo articolo sono finalizzati a non toccare lo status quo; in particolare una proposta di modifica è tesa ad eliminare la norma che potrebbe consentire ai dirigenti scolastici di assegnare ad altri compiti il personale docente che metta in atto “comportamenti lesivi della dignità della persona, degli studenti o del prestigio o decoro dell’amministrazione scolastica, tali da risultare incompatibili con l’esercizio della funzione educativa”.
Praticamente Rifondazione, che su questo emendamento non è però riuscita a raccogliere l’adesione di deputati di altre componenti della maggioranza, sta accogliendo di fatto le tesi sindacali e si sta facendo carico di sostenerle in Commissione.
Sulla questione si segnala anche una presa di posizione di alcuni deputati della Margherita che stigmatizzano il comportamento dei colleghi di Rifondazione accusandoli di non voler dare alla Amministrazione strumenti adeguati per affrontare seriamente il problema del codice disciplinare del personale.
In settimana il dibattito riprende con una seduta comune delle Commissioni Istruzione e Lavoro. Sarà un’occasione per capire se per ottenere la conversione in legge il Governo sarà costretto a porre il voto di fiducia o se basteranno alcuni “aggiustamenti” al testo attuale per mettere tutti d’accordo.
Reginaldo Palermo

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