Gentile Direttore,
in merito alle posizioni ideologiche e pretestuose che fomentano odio e rancore nei confronti di oltre 100000 donne e uomini di scuola che lavorano – alle condizioni oggi ben note – in favore delle loro comunità scolastiche, impegnati a garantire il diritto allo studio agli alunni e un efficace ed efficiente funzionamento della scuola in tutti i territori da nord a sud e dal centro alle periferie, Ancodis sfida a confrontarsi sulla QUALITA’, sulla QUANTITA’ e sulla NECESSITA’ del LAVORO espletato nelle diverse forme attraverso DATI che rappresentano non un punto di vista astratto ma la realtà dei fatti.
Sono dati che possono essere confermati da chi conosce e vive la scuola in ogni angolo dell’Italia e che sembrano non essere conosciuti – o cosa ancora più grave! – negati da qualcuno seppur uomo di scuola!
Quanto rilevato testimonia l’imponente lavoro organizzativo e progettuale che non sarebbe possibile senza la professionalità di migliaia di donne e uomini, senza la loro disponibilità a servire la comunità scolastica assumendo onerosi incarichi aggiuntivi.
Si tratta di risorse professionali – che dedicano tempo, energie e risorse alla formazione – di cui un’organizzazione complessa, dinamica e autonoma come la scuola non può farne a meno, che meritano di entrare a pieno titolo nell’alveo del nuovo contratto.
Senza questo enorme e indiscusso lavoro prodromico e in itinere, senza la presenza di questi docenti diversamente indaffarati la scuola NON POTREBBE FUNZIONARE e NON POTREBBE ASSOLVERE al suo ruolo costituzionale.
Discutiamone senza pregiudizi, lontani da ogni ragione di acredine, senza tentativi di mistificazione e – mi si consenta – irrazionali parallelismi storici privi di ogni fondamento!
Chiedo cosa sia più GIUSTO: attaccare in modo pretestuoso una significativa comunità di docenti e denigrare chi assume incarichi aggiuntivi di indiscussa necessità per la scuola?
Oppure affermare che il LAVORO a scuola – espletato nelle diverse forme – DEVE essere riconosciuto?
Oppure – come dovrebbe fare un VERO sindacato – tutelare i lavoratori compresi quanti OLTRE l’orario contrattuale lavorano per la loro comunità scolastica senza averne meritato riconoscimento nel loro curriculum professionale e nella anacronistica progressione per anzianità?
Oppure mettere ai margini dell’indifferenza chi decide di fare questa scelta professionale – rinunciando al tempo che avrebbe potuto dedicare ad una seconda professione o a un lavoro in nero?
Si discuta, confrontiamoci, ma stiamo alla realtà che si può sintetizzare con una domanda: nella complessità della scuola di oggi cosa significa fare scuola e come si può/deve fare in modo più efficiente e corrispondente ai bisogni delle nostre comunità scolastiche?
Diamo al middle management scolastico una definita, chiara e formale identità. Il permanere della condizione di indifferenza contrattuale determina di fatto una discriminazione nel lavoro e, dunque, un elemento di insofferenza nel sistema scolastico italiano.
Tutto il resto è …… irrazionale pregiudizio!
Rosolino Cicero
Presidente Nazionale Ancodis