Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e il responsabile scuola di Forza Italia Elena Centemero, che – bisogna ricordarlo – è anche una dirigente scolastica, la pensano allo stesso modo su alcuni punti importanti del disegno di legge della scuola.
In particolar modo, esiste massima condivisione sui tema del rafforzamento dei poteri ai presidi e della chiamata diretta dei docenti da albi professionali territoriali. Infatti entrambi i politici su nominati, ritengono che, nella scuola pubblica italiana, gli insegnanti siano estremamente corporativi e che i sindacati siano eccessivamente conservatori.
L’on. Centemero afferma: “Da anni i sindacati sono arroccati nella difesa di interessi corporativi, dimenticando che la scuola è fatta per gli studenti. Siamo un Paese conservatore per definizione, in cui ogni volta che si tenta di cambiare qualcosa partono gli scioperi”.
Anche la responsabile del Miur Giannini ha dichiarato, in diverse occasioni, che gli insegnanti sono eccessivamente sindacalizzati, e poi ha anche detto: “Non si comprendono le ragioni di questo sciopero”.
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Da queste dichiarazioni univoche e concordi, sembrerebbe che Partito Democratico e Forza Italia siano d’accordo nell’approvare le norme che andrebbero a rafforzare i poteri dei dirigenti scolastici e allo stesso tempo piegherebbero per sempre i sindacati e annienterebbero del tutto i valori di democrazia del Collegio dei docenti e del Consiglio d’Istituto. Un’altra dichiarazione unisce i due rappresentanti politici suddetti: “Studenti e famiglie non sono con il sindacato”.
Una domanda viene spontanea: “Sul rafforzamento dei poteri ai presidi c’è la maggioranza politica?”. Sembrerebbe di si, anche se non è chiaro come potrebbero votare i numerosissimi deputati PD che fanno riferimento alla minoranza del partito, ma che a Montecitorio sono maggioranza. Comunque se il Partito Democratico trovasse nel partito di Berlusconi il partner per fare approvare il ddl scuola ed in particolare la norma dei presidi-padroni, questo potrebbe essere poi un Harakiri politico. Forse adesso tutti gli occhi sono puntati al 5 maggio, per capire qual è l’umore degli insegnanti italiani, ma anche di studenti e famiglie che sicuramente non mancheranno l’appuntamento della piazza.
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