“Il silenzio assordante della Ministra suggerisce che non sia un caso che la manifestazione fascista davanti al Giulio Cesare sia arrivata poco dopo il ritiro da parte del Miur degli opuscoli contro l’omofobia e la transfobia realizzati dall’Istituto Beck e diffusi dall’Unar negli istituti superiori. Un silenzio che non fa che legittimare e rafforzare le posizioni degli omofobi e estremisti”.
“Il gravissimo episodio del Giulio Cesare non è altro che l’ultimo tassello di una più ampia strategia che, da mesi, vede attaccati i progetti che mirano a contrastare il bullismo omofobico e transfobico nei luoghi d’educazione. Progetti che, in mancanza di una strategia nazionale, della quale dovrebbe preoccuparsi proprio il dicastero presieduto dalla Ministra Giannini, proseguono grazie alla sensibilità di insegnanti, presidi, educatori e istituzioni locali che, in sinergia col mondo associativo, e spesso facendo fronte a difficoltà e opposizioni, svolgono un lavoro fondamentale per formare cittadini e cittadini rispettosi di tutte le differenze”.
“Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli chiede un incontro urgente con la Ministra Stefania Giannini, per capire quale voglia essere la strategia e la posizione del Ministero. Per ribadire – conclude Maccarrone – l’assoluta priorità di programmi e progetti che combattano in maniera radicale l’omofobia e la transfobia sin dai primi gradi d’istruzione e per disegnare tutti assieme una società laica, libera, democratica e ricca di differenze saremo tutte e tutti in piazza il prossimo 7 giugno con il ventesimo Roma Pride”.
E siccome la faccenda è diventata un caso nazionale, giustamente, perché si sottende il rischio della privazione della libertà di insegnamento, La Repubblica ha intervistato la ministra Giannini che ha detto: “Il bullismo sui gay è una realtà oggettiva da combattere in tutto il mondo, Italia compresa. Ogni scuola decida come meglio crede ma affronti argomenti delicati, bisogna sensibilizzare gli studenti e le famiglie a conoscere e capire tutte le diversità”.
Diverso il parere sui libri che l’Unar voleva si leggessero a scuola ma che hanno fatto protestare la Cei: “Le parti che mi sono state fatte leggere sulla famiglia mi sembravano assolutamente fuori contesto, nulla a che fare con l’Italia”.
Netta invece la presa di posizione del sottosegretario Gabriele Toccafondi che annuncia da Radio Vaticana la decisione di chiedere chiarimenti al dirigente scolastico del liceo romano dove è stato letto il brano nel quale si descrive un rapporto orale consumato all’interno di uno spogliatoio. “La scuola non può diventare un campo di battaglia ideologico”, ha detto Toccafondi, ma sulla questione in discussione c’entra poco.
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