Una testimonianza: “Passo per i corridoi della mia scuola e dentro le aule, che hanno tutte le porte aperte, vedo ovunque colleghi impegnati a spiegare qualcosa ai propri studenti e a parlare con loro, in piedi, tra i banchi, seduti sulla cattedra o dal fondo della classe. Gli studenti a loro volta parlano, leggono, scrivono, guardano la Lim o gli schemi scritti a pennarello o col gesso sulla lavagna, hanno sguardi attenti, sono sereni e coinvolti in quello che si sta facendo. E si scherza spesso: c’è sempre qualcuno che sorride.
Non posso fare a meno di pensare che certi “esperti” in carriera che non hanno mai messo piede in un’aula o chi scrive sconclusionati documenti per conto di Fondazioni e Associazioni – per cui una lunare pedo-burocrazia fatta di ‘competenze’ e simili e un’astratta ‘innovazione’ imposta dall’alto dovrebbero rendere finalmente efficiente una scuola tradizionale e vecchia che esiste solo nelle loro fantasie – non sappiano bene di cosa parlano quando parlano di scuola, o non abbiano capito nulla di come funziona. Forse gli fa comodo non saperlo”.
Gruppo la nostra scuola
Associazione Agorà 33
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