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Sulla manifestazione dell’11 dicembre l’ombra del Pd

La storia si ripete. Come noto, il 3 ottobre scorso i precari furono costretti a manifestare a Roma nella stessa giornata di protesta indetta dalla Federazione nazionale della stampa italiana che chiedeva più libertà di informazione. Quel giorno, dopo polemiche e l’indignazione di una parte delle sigli partecipanti, che si “sganciarono” dal corteo principale, alla fine Flc-Cgil e “Coordinamento precari scuola” sfilarono lo stesso ed una delegazione di precari fu accolta sul palco allestito dalla Fnsi a piazza del Popolo davanti a 100 mila persone.
Stavolta la minaccia di oscuramento della protesta contro tagli, riforme e mancate assunzione sui posti liberi della scuola, indetta dai lavoratori della conoscenza Cgil e Cps, oltre che dai sindacati Usi-Ait e Sisa, giunge dal Partito democratico. In base alle indiscrezioni pervenute al “Coordinamento precari scuola nazionale” risulterebbe, infatti, che il Pd starebbe valutando la possibilità di organizzare una manifestazione nazionale proprio l’11 dicembre: il giorno dello sciopero e della mobilitazione nazionale della scuola indette in tempi non sospetti. La decisione del Partito democratico – fa sapere il Cps – se venisse confermata provocherebbe l’inevitabile oscuramento della protesta del mondo della scuola e delle ragioni delle migliaia di precari che il governo ha deciso di lasciare senza lavoro o al massimo con il misero palliativo dei contratti di disponibilità.
La notizia è giunta inaspettata: da alcuni giorni i precari si stanno organizzando, anche autotassandosi, per contribuire alla riuscita dello sciopero dell’11 dicembre. Ma ora tutto questo impegno, animato spesso dalla forza della disperazione e dalla profonda passione civile delle migliaia di insegnanti che ancora credono nel ruolo fondamentale dell’istruzione, della formazione e della ricerca pubbliche e statali nel nostro Paese, rischia – sottolineano – di essere mortificato dalla semplice decisione del maggior partito del centrosinistra di sovrapporsi alla manifestazione nazionale della scuola e dell’università.
Una richiesta di spostamento è già sta inviata alla segreteria e alla presidenza del Pd: un’eventuale risposta negativa
sarebbe interpretata dal mondo della scuola o come segno assai grave di insensibilità del Pd verso i problemi sociali dei precari e quelli politici di scuola e università o addirittura come una forma di acquiescenza del Pd all’opera di smantellamento della scuola e dell’università statali e in ogni caso come una grave umiliazione inflitta a tanti iscritti alla Cgil che spesso – concludono – sono anche elettori del partito democratico. Ora si attende la risposta del principale partito d’opposizione. Ma qualora non prendesse in considerazione l’invito per precari e Flc-Cgil rappresenterebbe un bel problema: già manifestare solo a nome di una parte del mondo sindacale (Cisl, Uil, Snals e Gilda sinora non hanno aderito e quasi sicuramente non lo faranno) non è di certo un messaggio di forza nei confronti del Governo; farlo con l’attenzione dei media spostata su un altro evento potrebbe rivelarsi addirittura un boomerang.
Alessandro Giuliani

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