Un incontro urgente al Miur, all’indomani degli annunci trionfalistici dei sindacati di potere sovvertire i presunti squilibri e le presunte iniquità introdotte della legge 107/2015 sulla mobilità. È quanto chiede il gruppo GM 2012 in rispetto del T.U. in una lettera aperta al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e al capo di Gabinetto del Ministro dell’Istruzione Alessandro Fusacchia, al fine di scongiurare la violazione palese di una legge appena licenziata.
Al centro delle nostre preoccupazioni, spiegano i docenti, vi è il comma 108 della legge sulla Buona Scuola che “esclude dalla mobilità interprovinciale per un triennio i docenti assunti da graduatoria di merito concorsuale. La maggior parte di noi – continuano gli insegnanti che hanno vinto l’ultimo concorso a cattedre – ha compiuto la scelta professionale di aderire al piano assunzionale, contando sull’impianto di una legge approvata appena 5 mesi fa”.
Seguono due domande cruciali ai vertici del Ministero di viale Trastevere: “Intendete attenervi al comma 108 della legge, che stabilisce per i neoassunti da Graduatorie di Merito (GM) il vincolo triennale nella provincia di assunzione? E poi, per i colleghi assunti in fase B, sempre da GM, fuori dalla propria regione, e senza dubbio penalizzati da un punto di vista logistico, è possibile trovare soluzioni di avvicinamento o ritorno a casa senza che vengano contestualmente calpestati i diritti dei colleghi della fase C?”
“Il vincolo triennale nella provincia di assunzione è – ricordano i docenti -, un elemento di equilibrio che va a calmierare le differenze tra i punteggi dei docenti in GaE e quelli in GM, provenienti come è noto da due canali di reclutamento molto diversi: se si assume come unico discrimine il punteggio e si buttano nel calderone della mobilità anche i GM appena entrati in ruolo, è chiaro che si favoriscono solo ed esclusivamente i precari storici”.
“Questa legge – concludono la lettera gli insegnanti in Graduatoria di Merito – sembrava aver superato certe logiche corporativistiche e abbandonato l’equazione anzianità = merito: dobbiamo forse ricrederci?”