La dichiarazione dell’illustre linguista Tullio De Mauro in merito alla riforma appare alquanto curiosa, almeno per chi conosce qualcosa della storia della scuola italiana degli ultimi 20 anni.
In sostanza De Mauro, che fu Ministro dell’Istruzione dell’aprile 2000 al giugno 2001, sostiene che la scuola primaria non va toccata mentre bisognerebbe mettere mano seriamente al triennio della secondaria di secondo.
L’opinione del professor De Mauro è assolutamente rispettabile, per molti persino condivisibile.
Francamente a noi sempre però poco comprensibile.
De Mauro arrivò come Ministro a Viale Trastevere esattamente qualche mese dopo che la legge Berlinguer sulla riforma dei cicli (la n. 30) era stata approvata. A De Mauro toccò il compito di iniziare a predisporre il piano attuativo (piano che – come si sa – si interruppe perchè nel 2001 ci furono le elezioni e la nuova maggioranza di centro destra abrogò immediatamente legge Berlinguer).
Ma cosa prevedeva la legge 30? In estrema sintesi i due punti principali erano: la revisione completa della scuola del primo ciclo (primaria di 4 anni collegata ad una secondaria di primo grado di 3) e biennio unitario. Il triennio non veniva affatto toccato. Insomma esattamente il contrario di ciò che ora propone lo stesso De Mauro.
Intendiamoci: in tutto questo non c’è nulla di male; d’altronde in 15 anni è assolutamente legittimo cambiare idee e progetti. Sarebbe però molto interessante se il professore Tullio De Mauro spiegasse pubblicamente i motivi di questo cambio di rotta: le sue spiegazioni potrebbero servire ad approfondire il dibattito sulla riforma da farsi.
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