In materia scolastica sono i rapporti fra Stato e Regioni a tenere banco in queste ultime settimane dell’anno scolastico.
Nella giornata del 9 giugno la Corte costituzionale ha iniziato l’esame dei ricorsi presentati da alcune regioni contro il progetto di razionalizzazione previsto dall’articolo 64 della legge 133, mentre nell’ordine del giorno della Conferenza unificata convocata per l 11 giugno si segnala l’assenza dell’intesa in materia di dimensionamento delle istituzioni scolastiche prevista dalla bozza di Regolamento e dalla stessa legge 189/08 di conversione del decreto 154 dell’ottobre 2008.
Qualche indiscrezione sul contenuto dell’intesa è già circolata: si parla di un accordo che dovrebbe garantire un risparmio di circa 85milioni di euro grazie alla chiusura dei plessi più piccoli e di un certo numero di autonomie scolastiche.
Ma il fatto che l’argomento non sia stato inserito nell’ordine del giorno della Conferenza dell’11 giugno sta a significare, quasi certamente, che l’intesa non è ancora stata perfezionata anche se la legge 189 prevede che essa venga sottoscritta entro il 15 giugno 2009.
Intanto la Corte costituzionale dovrà pronunciarsi quanto prima sui ricorsi di 8 regioni (Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Calabria)
che, con sfumature diverse, lamentano che il provvedimento adottato dal Governo
mancava dei presupposti di necessità e urgenza richiesti dalla Costituzione per i decreti-legge, nonché; secondo le regioni, inoltre, diverse norme contenute nell’articolo 64 della legge 133 travalicano le competenze statali in materia di istruzione e compromettono in modo significativo le attribuzioni regionali.
Senza contare, sostengono alcune regioni, che le misure contenute nella legge 133 hanno una pura e semplice finalità di risparmio, a tutto discapito della qualità dell’istruzione pubblica.
A complicare la vicenda si aggiunge anche un altro dato: a tutt’oggi i regolamenti sul primo ciclo di istruzione e sul dimensionamento non sono ancora stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale; secondo voci ufficiose (peraltro piuttosto attendibili) pare che la Corte dei Conti abbia avuto parecchio da ridire su entrambi i provvedimenti.
Secondo la magistratura contabile, i regolamenti potrebbero non consentire di raggiungere gli obiettivi previsti dalla legge finanziaria 133/08.
In altre parole, i tagli previsti dai due Regolamenti non sarebbero sufficienti e non permetterebbero di ottenere i risparmi previsti.
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