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Sulla spending review i sindacati trovano l’accordo: pronti allo sciopero

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E’ il decreto sulla spending review, che dovrebbe dedicare particolare attenzione al pubblico impiego, a ricompattare i sindacati e a riportarli uniti in piazza qualora l’incontro, che si preannuncia già caldo e programmato per oggi, a palazzo Chigi tra esecutivo e sindacati non dovesse dare i risultati sperati dai rappresentanti dei lavoratori. 
“Come è successo in passato si dà la sensazione che si fanno interventi per poi procurare più danni di quelli di prima”, dice Raffaele Bonanni, il segretario generale della Csl, secondo cui “quello che serve è un vero e proprio piano industriale per il pubblico impiego”.
 E poi aggiunge: “se si fanno tagli con criterio va bene e noi lo sosterremo. Altrimenti, se si faranno tagli tanto per farli, si faranno solo più guai”. E a quel punto, faremo iniziative in tutta Italia e in tutte le città. Vedremo cosa faranno e poi ci regoleremo di conseguenza. Faremo quello che serve” fino ad arrivare, se serve, a “uno sciopero generale”.
 Parole raccolte anche dal segretario della Uil, Luigi Angeletti, e da quello dell’Ugl, Giovanni Centrella, con Bonanni a Napoli per partecipare al corteo organizzato dalle tre sigle sindacali, insieme alla Cgil, per portare l’attenzione sulle emergenze campane.
Susanna Camusso, in una intervista al quotidiano napoletano “Il Mattino”, ha rinforzato la dose: basta chiedere sforzi agli statali che “hanno già compiuto sacrifici con il blocco per tre anni dei contratti” e comunque “di tagli lineari non se ne parla”.
 Il punto, spiega la segretaria generale della Cgil, è che “pensare a un’operazione sugli organici della Pa significherebbe immaginare una riduzione dei servizi, senza dimenticare che soprattutto nel Mezzogiorno il pubblico funge anche da ammortizzatore sociale”.
Indignata invece è la Confsal, che rappresenta il 15 per cento dei dipendenti pubblici, ma che è stata esclusa dal tavolo delle trattative nell’incontro odierno.