La rete delle associazioni composta da Aimc – Andiscemea – Cgd – Cidi – Flc Cgil – Legambiente scuola e formazione- Mce – Proteo fare sapere- Uciim hanno indetto una conferenza stampa per martedì 27 febbraio alle 17.30, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, con al centro la seguente dichiarazione: “Il governo non metta in discussione il giudizio descrittivo nella scuola primaria”.
La conferenza stampa nascer a seguito dell’emendamento presentato dal governo nella seduta della Commissione cultura e istruzione del Senato della Repubblica del 7 febbraio scorso, nel corso dell’esame del DDL relativo al voto in condotta, che propone di smantellare la riforma che appena tre anni fa introduceva il giudizio descrittivo alla primaria.
Per questo motivo, le Associazioni spiegano: “In assenza di una documentazione sui processi in atto di una verifica sulle esperienze condotte nelle scuole, di un’interlocuzione con il mondo della scuola e della ricerca universitaria questo governo decide di interrompere un processo di rinnovamento della cultura e delle pratiche valutative”.
“Una decisione immotivata dal punto di vista pedagogico che affaticherà ulteriormente chi ha già speso molte energie per affrontare in modo costruttivo il cambiamento introdotto appena tre anni fa. La scuola non può essere costantemente investita, nell’alternarsi dei governi, da politiche frammentarie, contraddittorie, prive di una visione pedagogica coerente e duratura. Studenti, insegnanti, dirigenti scolastici e genitori non possono restare ‘ostaggio’ di riforme incompiute, leve di interessi di parte. La scuola deve essere l’espressione dei valori e dell’unità della Repubblica”.
Nello stesso tempo, come è noto, è stata lanciata una petizione: “Stop al colpo di mano sulla valutazione; no ai giudizi sintetici: si apra un confronto”.
Nel documento, ormai firmato da alcune centinaia di intellettuali, docenti, pedagogisti, si sottolinea: “Valutare significa dare valore, la valutazione ha la finalità più ampia di dare valore al percorso di apprendimento di ogni singolo alunno che deve tener conto del contesto da cui proviene, dello stato di partenza, delle difficoltà incontrate (la mancata continuità didattica, ad esempio, dovuta al precariato) a causa della stessa Scuola. Valutare non è di certificare, attestare, rendicontare ma “descrivere” il cammino umano e pedagogico di uno studente.
“L’ emendamento al Disegno di Legge non va in questa direzione. Se andrà in porto si tratterebbe del quarto cambiamento a partire dal 2008: fino a quell’anno si usarono i giudizi, poi si passò ai voti, nel 2020 vennero introdotti i giudizi descrittivi e a partire dal 2024 si useranno i giudizi sintetici”.