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Sull’abolizione del voto in condotta nella scuola media

Una delle prime risposte della signora Fedeli a quanti mettevano in dubbio il fatto che possedesse i requisiti per svolgere la delicata funzione di Ministro dell’Istruzione fu che, essendo stata per lungo tempo sindacalista, poteva ben fare anche il ministro.
La risposta non convinse del tutto, ed in effetti le sue successive esternazioni come le sue decisioni non sembrarono attestare che una sindacalista del comparto tessile, per giunta di opaca formazione culturale, fosse abilitata a sedere sullo scranno che era stato di Croce, Gentile e Bottai.
La sua attuale decisione di eliminare il voto di condotta in favore di un elucubrato giudizio giunge propizia a dissipare ogni dubbio: la ministra Fedeli di scuola non capisce proprio nulla.
E che novità è ? – potrebbe commentare qualcuno –  quando mai un ministro della Repubblica è stato competente nelle questioni di sua competenza?
Effettivamente mai o quasi mai, risponderemmo, ma è capitato che costui o costei avesse almeno l’umiltà di chiedere consiglio a chi aveva esperienza del ramo, arrivando così a limitare i danni del proprio operato. Oppure, per un senso realistico delle proprie (in)capacità nel settore, applicasse il prudente motto latino “in dubio abstine”, magari facendosene spiegare il senso da qualcuno. Sagace fu in questo senso il ministro dell’istruzione Fioroni, il quale, non avendo fatto nulla per tutta la durata del suo dicastero, risultò il migliore ministro dal ’45 ad oggi.
Tornando alla questione della condotta, sarebbe stato sufficiente alla ministra oggi in carica consultarsi con qualche docente per comprendere che il voto di condotta costituisce un deterrente (per quanto parziale) ai comportamenti delinquenziali che in molte scuole dell’ ex Belpaese trovano sempre più spazio.
Ma per fare questo ella avrebbe dovuto possedere, come dicevamo, un po’ di umiltà.

di Alfonso Indelicato
Responsabile del Dipartimento Scuola della Lombardia
di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale
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